Regia di Marcello Andrei vedi scheda film
La breve parabola cinematografica di Carlos Monzon, pugile argentino (peraltro ritiratosi dall'attività agonistica proprio in quello stesso anno, 1977), tocca l'Italia per due volte: questo El Macho viene infatti subito dopo Il conto è chiuso, poliziottesco diretto da Stelvio Massi qualche mese prima. Si tratta in ogni caso di due opere minori e passate quasi del tutto inosservate, nelle quali il boxeur viene a trovarsi completamente a proprio agio, nel contesto giusto, in quanto pessimo attore e atleta invidiabile; l'azione e le scazzottate non mancano in questo El Macho, mentre ciò che è del tutto vacante è la logica della storia e pure la direzione di Marcello Andrei (che è Marcello Andrei, d'altronde) lascia un bel po' a desiderare. La sceneggiatura del regista e di Fabio Pittorru non va molto per il sottile; un paio di ruoli laterali sono riservati a George Hilton e Malisa Longo; le musiche di Marcello Ramoino spiegano a perfezione i motivi della sua scarsa fama. El Macho si sviluppa con una trama banale, una recitazione a tratti imbarazzante e dialoghi frivoli, verso un doveroso ma sciapo lieto fine. Lo spaghetti western nel 1977 era ormai mitologia - e come tale andava studiato e non (anacronisticamente) praticato. 1,5/10.
Come smascherare il temibile Hidalgo, impossessatosi di un carico d'oro? Semplice: prima viene fatto fuori il suo sgherro El Buitre e poi quest'ultimo viene sostituito dal pistolero detto El Macho, che ne è un sosia perfetto.
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