Regia di Vittorio Caprioli vedi scheda film
Ex-ballerino di rivista, Alessio è un uomo di oltre quarant'anni, che di giorno lavora in un negozio di cornici, e la notte frequenta i giri del sottobosco romano, si traveste da donna, impersonando la bionda Madame Royale, ed è tallonato da un commissario piuttosto ambiguo, dal quale è attratto e di cui ha timore. Vittorio Caprioli diresse, e interpretò, in un ruolo di fianco, questa commedia drammatica dai toni spesso grotteschi, raccontando una storia di solitudine: in fondo, il protagonista è una persona che si inguaia per mettere pezze ai danni degli altri, cerca compagnia e vive di nostalgie, finendo sempre più isolato, e con le spalle al muro. Quando uscì fu vietato ai minori di 18 anni, sebbene di particolarmente inadatto ai non adulti non si veda in pratica niente: è la tematica, che nell'Italia di inizio anni Settanta era un handicap non da poco ( però la stessa, volta in commedia pura sette anni dopo ne "Il vizietto", sempre con Tognazzi, fu un successone). Caprioli, nella sua pellicola più celebre da regista, non azzecca sempre il passo giusto, la spirale drammatica in cui il protagonista scivola inesorabilmente ha un paio di accelerazioni abbastanza forzate ( quella finale poi, è messa un pò lì), però il quadro della Roma "nascosta" , tra guardoni, cinema in cui scoppiano risse o ci si apparta nei bagni, una malavita strisciante che si modella su soffiate, minacce sornione e comunque letali, è ben reso. Ugo Tognazzi, con grande coraggio, rese benissimo la sensibilità del personaggio, con finezze d'attore in cui era sempre maestro: possono bastare i primi minuti di film a inquadrarne l'ironia malinconica e le timidezze combattute. Tra i comprimari, brava la troppo presto scomparsa Jenny Tamburi a fornire l'aggressiva fatuità di Mimmina, e anche Maurice Ronet nel donare un gran senso di inaffidabilità al suo uomo di legge loscamente rassicurante.
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