Regia di Vittorio Caprioli vedi scheda film
Una delle poche regie di Vittorio Caprioli, anche attore e autore della sceneggiatura. Suggestivo e drammatico ritratto sul tenore di vita, "marginale", di un gay ingenuo e sentimentale, reso unico dalla possente interpretazione di Ugo Tognazzi.
Roma. Irreversibile gay, Alessio (Ugo Tognazzi), ex animatore di una compagnia teatrale dalla quale ha mutato nome d'arte in Madame Royale, frequenta ambienti notturni malfamati, con ritrovi occasionali al Colosseo. Durante una delle solite uscite, mentre è in compagnia dell'amico "Bambola di Pechino" (Vittorio Caprioli), viene intercettato da un commissario di polizia (Maurice Ronet) e costretto a identificare il corpo di Tamara, ovvero il colonnello Bianconi: assassinato "en travesti", in piena notte. Alessio sopravvive lavorando in un negozio di quadri come corniciaio e condivide la routine quotidiana con Mimmina (Jenny Tamburi), una ragazza adottata, che considera come una figlia. Quando Mimmina rimane incinta, ricorre a un aborto clandestino, venendo sorpresa dalla polizia e arrestata. Per cercare di aiutarla, facendola scarcerare in breve tempo, Alessio accetta il compromesso (in realtà un ricatto) offerto dal commissario, facendosi "confidente". Contribuisce così a sventare uno spaccio illegale di materiale pornografico, quindi un traffico di quadri falsi. Presto, però, viene notato dai conoscenti sempre più spesso in compagnia del commissario, quindi sospettato d'essere una spia. Licenziato dal datore di lavoro, quindi abbandonato da Mimmina, che esce di casa per andare a vivere con un amante, Alessio si trova sempre più solo e isolato. Decide di abbandonare la città, essendo ormai persona poco gradita, ma prima di partire organizza una festa d'addio, invitando i vecchi amici d'avventura...
"Avranno il difetto, ma sono sempre creature di Dio..."
(Alessio)
Una delle sette regie di Vittorio Caprioli, anche autore del soggetto, interprete e sceneggiatore del film, assieme a Enrico Medioli e Bernardino Zapponi. Non è una commedia, benché sia probabilmente stato fonte di ispirazione per Édouard Molinaro, quando nel 1978 dirigerà Tognazzi ne Il vizietto (1978). Splendori e miserie di Madame Royale è un'opera volutamente retorica, talvolta persino grottesca, ambientata in un mondo "diverso", nel quale convivono, non proprio armonicamente: muscoli, uomini, parrucche, lustrini, abiti femminili, colori cangianti, canti, risate e pianti. Caprioli, attore di indiscutibile talento, conferma di essere un autore a tutto tondo, riuscendo a rendere commovente e indimenticabile la figura di Alessio, un personaggio interpretato con incredibile partecipazione dal grande, mai sufficientemente compianto, Ugo Tognazzi. In tempi in cui era illegale l'aborto, il coraggio di trattare (recitando anche come spalla del protagonista) un argomento così "fuori dagli schemi", assume una connotazione pionieristica, facendo del film un manifesto avanti lettera dei diritti LGBT.
Splendori e miserie di Madame Royale: Ugo Tognazzi
Splendori e miserie di Madame Royale non è però solo e soltanto questo: è prima di tutto un dramma, un ritratto di una società ipocrita e bigotta, fatta di individui opportunisti - primo fra tutti il commissario - e amici pronti a voltare le spalle, a tradire la fiducia, di fronte al pericolo. È anche la dolorosa storia di un uomo nato nel corpo sbagliato, ma non per questo privo di eleganza, educazione, altruismo, allegria e sentimento. Un uomo che accetta con modesta resa la scelta di Mimmina - cresciuta come una figlia e per la quale è pronto a dare la vita - di non presentarlo al suo ragazzo, per vergogna; un uomo che subisce l'affronto della discriminazione quando uno del suo pari, "La Bambola di Pechino" (Caprioli), preferisce non farsi vedere in sua compagnia sul posto di lavoro. Le persone più intime lo abbandonano, senza alcun rimpianto, senza sentimento di colpa. È la condizione dell'emarginato, del diverso, destinata a peggiorare, anche nella considerazione dei suoi stessi simili, quando cade in attività delatoria, agendo come una "spia", tradendo i conoscenti. Alessio sfiora il punto più basso del comportamento umano ma non lo fa per indole, arrivando a forzare la sua natura di persona onesta, per buone intenzioni. Un fine nobile, che giustifica il mezzo: l'indissolubile affetto che lo lega alla figlia putativa.
Splendori e miserie di Madame Royale: (in primo piano) Vittorio Caprioli
Caprioli si lascia alle spalle la commedia trascorsi pochi minuti dai titoli di testa, per poi deviare, con lucido pessimismo, la narrazione su temi esistenziali, di rilevanza etica: la vecchiaia, l'amicizia, la famiglia, il lavoro, la giustizia. L'omosessualità diventa, in questo contesto, argomento secondario. Pur con i limiti e i difetti dovuti a una produzione dal budget contenuto, Splendori e miserie di Madame Royale finisce per essere un apologo impietoso sulla solitudine. È pure una tragedia della società moderna che, per quanto sia progredita tecnicamente, si lascia alle spalle, dimenticandosene, i diritti di quella categoria di individui ancora oggi - a cinquant'anni di distanza dalla realizzazione del film - in attesa di essere legalizzati e, soprattutto, riconosciuti. Sopra ogni pur ottimo elemento del film - la fotografia, i costumi, la colonna sonora, i dialoghi - emerge, con prepotenza, Ugo Tognazzi. Un attore dai mille volti, in grado di rendere indimenticabile il personaggio interpretato: con i suoi tic, le posture, gli atteggiamenti, le espressioni; rendendosi inizialmente ridicolo, poi disgustoso, quindi compassionevole. Tognazzi riesce a farsi portatore di sentimenti ed emozioni che si intrecciano, si accavallano, si sorpassano, si sommano sino a raggiungere un risultato finale inaspettatamente drammatico. Alessio, in abiti multicromatici da drag queen (Madame Royale), con il viso imbrattato di mascara, rossetto e fondotinta, facendo smorfie che tradiscono la consapevolezza di essere giunto al capolinea della vita, con la paura stampata sul volto, affronta un destino inevitabile arrivando a strappare, agli occhi dello smarrito e perplesso spettatore, lacrime amarissime.
Splendori e miserie di Madame Royale: un irriconoscibile Ugo Tognazzi
Splendori e miserie di Madame Royale: la giovanissima Jenny Tamburi, diciottenne, al suo secondo film (dopo aver esordito ne Le altre, 1969)
"C'è un'associazione in Francia (...) che auspica, per gli omosessuali, l'abolizione del ridicolo, e il riconoscimento della 'parità dei diritti': una specie di nuovo femminismo, che si potrebbe chiamare terzosessismo. Forse hanno ragione, chi lo sa. E forse, un giorno, la spunteranno. Ma che tristezza, quando la spunteranno. Sarà tale la tristezza che, vedrete, non ci sarà più nessun gusto a peccare di questo peccato. E non dovendo più nascondersi, non dovendo più sfidare il ridicolo, tutti, anche i meno tranquilli, capiranno che tanto vale amare le donne."
(Mario Soldati)
Splendori e miserie di Madame Royale (Vittorio Caprioli, 1970) - Clip
F.P. 16/05/2022 - Versione visionata in lingua italiana - Prime Video (durata: 102'27")
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