Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film
Verhoeven dimostra un buon talento registico, anche se nel 1980 era difficile prevedere che sarebbe divenuto uno dei maggiori direttori di Hollywood. Sfruttando anche la tradizionale libertà olandese in materia di morale sessuale, poi, Verhoeven può permettersi di affrontare tematiche che alle nostre latitudini si stenta a mettere in scena perfino oggi, e il regista di Amsterdam lo fa, mostrando sul grande schermo scene che si avvicinano molto all'hardcore, specialmente sul versante gay (c'è una scena di violenza omosessuale che lascia quasi esterrefatti). Il clima del film, seppure affrontato con un approccio più cupo, sembra lo stesso del contemporaneo filmetto americano "All American Boys" (1980) di Peter Yates, ma qui non tutto funziona a dovere. Insomma, sembra più un film su commissione che un film d'autore, più un film all'americana che all'europea: ecco, forse sta qui il sgreto del successo hollywoodiano di Verhoeven. (31 maggio 2008)
Tre giovani amici olandesi sono appassionati di motocross e sognano di emulare le gesta del campione mondiale Gerrit Witkamp: uno di loro, dotato di vero talento, resterà paralizzato a seguito di un incidente, un altro si dimostrerà una schiappa e preferirà il matrimonio con la fidanzatina ufficiale, il terzo, ottimo meccanico, si scoprirà omosessuale. Tutti e tre avranno nel frattempo corteggiato e deluso la bella Fientje, che gestisce insieme al fratello una friggitoria ambulante.
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