Regia di Matthijs van Heijningen Jr. vedi scheda film
Nel settembre del 1944 iniziò, in Olanda, la Battaglia della Schelda. Le forze alleate ebbero la necessità di garantire la sicurezza ai loro convogli navali in transito verso il porto di Anversa e per ottenerla dovettero conquistare alcuni territori intorno all'estuario del fiume. Il film racconta, nell'ambito di questo avvenimento della Seconda Guerra Mondiale, le storie di tre personaggi: Marinus, un olandese arruolato nell'esercito tedesco; Teuntje Visser, una ragazza della borghesia locale coinvolta nelle trame della resistenza; Will, un esuberante aviatore inglese. Quest'ultimo, evidentemente, non sa molto della guerra; va in missione con l'ingenuo entusiasmo di chi non la conosce, la baldanzosità tipica della gioventù, la consapevolezza di trovarsi dalla "parte giusta della barricata" e la convinzione di dover affrontare un nemico ormai debole e demoralizzato. Un atteggiamento diverso da quello di Marinus, veterano di guerra, nonostante la giovane età. Le decorazioni in mostra sull'uniforme, non lo compensano per anni di violenze, fatiche, ingiustizie, sia patite, sia commesse, nell'esecuzione di ordini. Sfiduciato, rimane quasi indifferente ai drammatici eventi che si verificano intorno a lui. Il suo "torpore morale" è scosso dalla tragedia vissuta dalla famiglia Visser, composta da persone benestanti le quali hanno tentato di adattarsi alle dinamiche successive all'invasione tedesca. Il Dottor Visser è un medico che ha curato i pazienti senza far distinzione di nazionalità; la figlia Teuntje ha un buon lavoro in municipio. Le conseguenze di un'azione avventata del figlio minore Dirk, giovane collaboratore della resistenza, rivelano la vera natura dell'invasore, infida e maligna. Per quanto accade, la ragazza trova le motivazioni che la spingono ad abbandonare la propria neutralità ed assumersi in prima persona la responsabilità di condurre una pericolosa missione, la cui riuscita è determinante per la vittoria alleata. Le sequenze dedicate a ciascuno dei personaggi si alternano; quelle con protagonista Will hanno una buona dose d'azione; lo mostrano precipitare a bordo dell'aliante cui è assegnato come pilota; dover affrontare, insieme ai superstiti, non coesi tra loro, una difficile fuga attraverso le campagne allagate dai tedeschi; riunirsi alla fanteria canadese e partecipare con essa ad un pericolosissimo - quasi suicida - assalto a postazioni nemiche molto ben fortificate. I momenti dedicati a Teuntje ispirano riflessioni critiche circa l'atteggiamento della propria famiglia - comune, indubbiamente, a molti - la quale, benchè abbia scelto di non schierarsi in attesa di tempi migliori, attirando su di sè critiche ed accuse di collaborazionismo, finisce suo malgrado per essere investita da una tragedia. L'eccessiva fiducia che il capofamiglia nutre nei confronti di un ufficiale tedesco determina la morte del figlio e di altri membri della resistenza. Infine, il regista segue Marinus dal momento del suo ricovero in un sanatorio; dal dialogo con un altrettanto giovane ufficiale delle SS, devastato irrimediabilmente nell'animo dagli orrori della guerra, apprendiamo quali siano stale le motivazioni che lo hanno spinto ad arruolarsi nell'esercito tedesco. Dai suoi aspetto, atteggiamento, sguardi, apprendiamo che ha lentamente maturato consapevolezza dell'errore commesso. Le belle speranze si sono rivelate illusioni; la volontà è stata annichilita. Il suo riscatto transita attraverso il sacrificio. Il regista evidenzia la violenza, fisica e morale, che si scatena in guerra; l'assenza di pietà, l'opportunismo. Non c'è retorica, non ci sono eroi, in queste storie. I personaggi compiono azioni di vero coraggio nel momento in cui sono spinti dal dolore, da una fortissima tensione, dal raggiungimento del limite di sopportazione. Buone le interpretazioni; ho apprezzato, in particolare, Gijs Blom, nel ruolo di Marinus. Ammetto di aver intrapreso la visione con qualche riserva, poichè le produzioni di argomento bellico degli ultimi anni raramente mi hanno soddisfatto. I dubbi, però, sono stati lentamente dissipati. Nonostante alcuni buchi nella sceneggiatura - Marinus è ripetutamente là dove si trova Teuntje - il regista riesce nel suo scopo; racconta gli orrori della guerra senza schierarsi. Sa trovare, in ogni fazione coinvolta, tanto il male, quanto quel po' di bene che rappresenta una scintilla di speranza per il futuro.
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