La recensione su Red Dot

Red Dot (2021): locandina

Dopo poco più di un anno di matrimonio, tra David (Anastasios Soulis) e Nadja (Nanna Blondell) la relazione ha subìto una crisi tale da indurre Nadja a nascondere al marito la gravidanza, con l'intenzione di interrompere il rapporto. Grazie al suggerimento del vicino di casa, Thomas (Thomas Hanzon), per rinforzare il rapporto la coppia decide di intraprendere una vacanza in Svezia, in una zona d'alta montagna, isolata dal resto del mondo e immersa nella natura. Giunti a destinzione, David e Nadja hanno un diverbio con due fratelli, cacciatori locali, per un banale graffio provocato al loro mezzo in un'area di servizio durante una manovra. Più tardi durante una escursione, nel cuore della notte mentre sono in tenda, vengono presi di mira da un cecchino. David e Nadja sono convinti di essere al centro di un delirante atto di aggressione esasperata da parte dei due fratelli incontrati in precedenza.

Red Dot (2021): Anastasios Soulis, Nanna Blondell

Giallo in piena regola, con una svolta inattesa e di fondamentale importanza tanto da ridurre in secondo piano l'aspetto del cecchinaggio. Se infatti Red dot si propone - a cominciare dal titolo - come un ulteriore tassello del cinema horror animato da fanatici del mirino (El rey de la montaña, At the end of the day, Carnage park, Downrange), di fatto segue più le orme (innevate) del misconosciuto thriller ucraino Let it snow (Stanislav Kapralov, 2020). Il regista Alain Darborg, assieme a Per Dickson, scrive una interessante sceneggiatura, dal taglio logico e razionale, per quanto poco questa definizione possa calzare al cinico e vendicativo personaggio vittima (e poi carnefice) responsabile del tormento senza fine che attanaglia la giovane coppia. L'aspetto morale, presente in sottofondo e anticipato da dichiarazioni apparentemente inspiegabili sullo stato mentale di David (vittima delle visioni di un bambino, che solo al termine trovano senso compiuto), ricopre un ruolo predominante, affiancando così alla parte thriller (ben girata e interpretata) un ulteriore elemento di interesse. Di più è sensato non dire, al fine di non rovinare la sorpresa a chi intendesse prenderne la visione. 

Red Dot (2021): scena

Red dot non aggiunge nulla di nuovo al genere ma è in grado di garantire la canonica ora e mezza di distrazione, facendo anche pensare alla continuità che esiste, non è interrompibile e prima o poi giunge a dare il suo risultato, tra le nostre azioni e le sue inevitabili reazioni. Nulla avviene mai per caso ma è frutto di imperscrutabili relazioni tra il nostro agire e la nostra stessa (in)coscienza. Il cineasta Alain Darborg viene dalle serie televisive, l'ultima alla quale ha dato contributo è Alex (2019), motivo che in parte giustifica il tipo di regia standard e molto americano, che però non penalizza affatto il buono spunto alla base della credibile storia, sostenuta anche dalle notevoli location utilizzate per darle sviluppo. Il finale nerissimo ha invece un taglio antipopolare, in opposizione alle probabili aspettative del pubblico, ma è decisamente adatto alla macabra giostra sulla quale viaggiano spediti i due incoscienti e sventurati protagonisti, nuovamente uniti nell'affrontare un'allucinante esperienza che si conclude tragicamente a causa di un destino dal sapore punitivo, che stabilisce - come pena eccessiva -  l'allontanamento definitivo l'uno dall'altra.

Red Dot (2021): Anastasios Soulis, Nanna Blondell

"Non è solo per quello che facciamo che siamo ritenuti responsabili, ma anche per quello che non facciamo." (Molière)

F.P. 19/02/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 86'08") / Data del rilascio mondiale (streaming): 11/02/2021