Regia di Shawn Levy vedi scheda film
Già nel 1880 Charles Hinton parlava dei viaggi nel tempo, e nel 1895 con la pubblicazione de "La Macchina del Tempo" di Wells l'argomento divenne di pubblico dominio. Ma l'errore che quegli antenati non fecero, fu di considerare che ogni viaggio nel passato potesse modificare il successivo decorso degli eventi, cambiando la realtà dalla quale si era partiti. Questo principio complica terribilmente tutta la logica della vicenda, e si risolve invariabilmente in una perdita di credibilità dell'opera. La storia qui narrata è interessante all'inizio, ma nel prosieguo diviene fumosa, verbosa, inconsistente e tende a perdersi nelle convolute evoluzioni della narrazione. In più si consideri che l'altro elemento sul quale si basa il soggetto è l'estenuante, tipicamente americana eterna incomprensione tra genitori e figli basata sulla mancanza di attenzione dei primi nei confronti dei secondi, ecco servita una pietanza che più scontata di così è difficile trovare. Sostanzialmente prevedibile, sia nel dipanarsi della storia che nella conclusione un po' amara e tanto dolce, la pellicola non mantiene le promesse emerse nelle prime scene.
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