Regia di Shawn Levy vedi scheda film
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-"Se tu riuscissi a fermare i viaggi nel tempo, non vi conosceremo!! Non accadremo mai!!
-Noi siamo accaduti. Ogni momento che abbiamo vissuto, sarà accaduto per sempre! Anche se correggiamo il flusso temporale, da qualche parte dentro di noi ci sarà questo. E ci ritroveremo. Io ci credo seriamente!"
Un uomo ferito fugge sulla sua astronave, inseguito da un uomo e dal suo esercito, protesi a bloccarlo.
Il suo viaggio è diretto non tanto nello spazio, quanto nel tempo.
Scopriamo infatti trovarci in un 2050 in cui viaggiare nel tempo non è più un tabù, né un sogno fantascientifico.
L'uomo, per ragioni sue che la storia arriverà a spiegarci, è diretto a raggiungere il 2018, ma per un errore atterrà nel 2022.
Troverà se stesso dodicenne smilzo e oggetto di derisione e bullismo da parte di compagni prepotenti, ma riuscirà a familiarizzare con se stesso, così come a confrontarsi con l'adorata madre.
Ma la metà di Adam è trovare la sua donna, e aiutare suo padre scienziato a far fronte alla minaccia che lo vedrà morire prematuramente ad opera di una sua perfida collega.
Non manca certo il ritmo nell'ultima fatica cinematografica del regista leggero e sempre molto avvezzo al facile consenso di pubblico Shawn Levy, ma certo affrontare ancora una volta i viaggi nel tempo si rivela un rischio non da poco.
Soprattutto per l'inevitabilità di confrontarsi con la trilogia perfetta ed impareggiabile di Robert Zemeckis, e di altre riuscite incursioni dei passati decenni (Peggy Sue di Coppola in particolare).
Certo qui si tenta di intraprendere strade parallele alla triade sopra citata, ma tutte si rivelano presto viuzze secondarie che non riescono a sciare il solco tracciato da Zemeckis con il suo caposaldo uno e trino.
Quanto a cast, brillante e ben corso, funziona pure bene, anche se Ryan Reynolds, al suo secondo film consecutivo con Levy dopo il decisamente più insopportabile e zuccheroso Free Giù - Eroe per gioco, dovrebbe imparare a scegliere ruoli un po' più variegato dal solito allegrone spiritoso e pimpante in cui la star finisce ogni volta per riproporsi.
Discorso analogo o simile, potrebbe riservarsi a Zoe Saldana nei confronti della fantascienza, mentre Marc Ruffalo e Jennifer Garner danno prova di adeguata e lodevole aderenza ai ruoli non proprio originali che la sceneggiatura gli cuce addosso.
La migliore nel cast rimane Catherine Keener, una cattiva davvero coi fiocchi degna della migliore Angelica Houston.
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