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The Adam Project

Regia di Shawn Levy vedi scheda film

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La recensione su The Adam Project

di supadany
3 stelle

La solita solfa. Uno dei principali rischi per ogni processo creativo risiede nel pantano delle consuetudini. Per i film, non riguarda esclusivamente coloro i quali esperiscono carreggiate già battute in precedenza (a tal riguardo, come esempio in positivo, vedasi lo smarcamento attuato da The Batman) ma anche chi raccoglie e smista elementi di uso comune, adoperandosi per creare un impianto a se stante, sebbene derivativo.

In particolare, The Adam Project ricade senza mezze misure, sprovvisto anche di un paracadute di emergenza, nella seconda categoria. Per giunta, nonostante le tante risorse che sparpaglia e spariglia, ha la pesante aggravante di non riuscirne a valorizzare - come meriterebbero - nemmeno una, incagliandosi alla prima curva per poi procedere a testa bassa senza porsi interrogativi.

Al fine di salvare l’umanità dalla catastrofe che la sua collega Maya Sorian (Catherine KeenerEssere John Malkovich, 40 anni vergine) è ormai sul punto di compiere, Adam (Ryan ReynoldsDeadpool, Buried) torna indietro nel tempo, incontrando il se stesso ragazzino (Walker Scobell - Esordiente) e sua madre Ellie (Jennifer GarnerElektra, 30 anni in 1 secondo).

I due Adam rintracceranno Laura (Zoe SaldanaGuardiani della galassia), la compagna di Adam, ma per risalire a capo del problema, dovranno fare un ulteriore passo indietro, così da parlare con Louis Reed (Mark RuffaloIl caso Spotlight, The Avengers), il loro padre prematuramente scomparso, nonché lo scienziato responsabile della scoperta che cambierà il mondo.

Tallonati da Maya, dovranno stringere i tempi per sistemare le cose una volta per tutte.

 

Ryan Reynolds, Walker Scobell

The Adam Project (2021): Ryan Reynolds, Walker Scobell

 

The Adam Project è l’emblematica vittima della regola dell’algoritmo. Infatti, la tredicesima pellicola diretta da Shawn Levy (Una notte al museo, Real steel), da anni iperattivo soprattutto come produttore (con Arrival come punta di diamante) e che qui ritrova a stretto giro di posta Ryan Reynolds dopo Free guy, soffre di un’eccedenza di influenze e richiami che, in un certo senso, lo rendono appetibile (indicato/consigliabile) a svariate categorie di spettatori.

In realtà, questa peculiarità va riletta a posteriori e ritenuta valida solo sul biglietto da visita, in quanto la sproporzione tra equipaggiamento a disposizione e resa effettiva, è eclatante.

Fondamentalmente, viene tutto rimaneggiato a buon mercato, come se fossimo al cospetto di un prodotto generalista (non per niente, l’estetica non si discosta più di tanto da un episodio a caso di Stranger things), dai viaggi nel tempo fino ai family movie (alla resa dei conti, il marchio più evidente, non per niente il regista è diventato popolare per Una scatenata dozzina), dalla fantascienza alla componente action, con gli incontri impossibili dettati dallo spunto di partenza coltivati con imprudenza, per non discorrere delle congiunzioni aleatorie che dovrebbero connettere l’intera trama.  

In questo modo, la vetrina dell’emporio risulta ingannevole (ricca solo sulla lista della spesa), si naviga a vista attendendo il successivo cambio di scenario, gettando alle ortiche praticamente ogni opportunità, che sia riconducibile alle emozioni di pancia (ce ne sarebbero parecchie), alla commedia (gli spazi per le battute non mancherebbero) o anche semplicemente all’effettistica, che non offre una sola soddisfazione da annotare sul taccuino.

Tale complesso, faticoso e scomposto, relega l’intero cast in una posizione subordinata. Se Zoe Saldana, Mark Ruffalo, Jennifer Garner e Catherine Keener non hanno né lo spazio né le circostanze per lasciare il segno (che spreco scriteriato), lo stesso Ryan Reynolds, divo gentile della porta accanto, non può fare altro che seguire un binario del tutto svuotato dalla qualità.

 

Ryan Reynolds, Mark Ruffalo, Walker Scobell

The Adam Project (2021): Ryan Reynolds, Mark Ruffalo, Walker Scobell

 

Dunque, il rendiconto è gravemente deficitario. The Adam Project non cava un ragno dal buco, procede alla chetichella e rigira più volte la frittata senza risollevare i suoi parametri principali, nonostante la materia trattata abbia una miriade di trattamenti, più o meno specifici, da cui attingere (da Ritorno al futuro in giù). Così, diventa davvero arduo individuare qualcosa da salvare anzi, a tratti è addirittura insostenibile, dannatamente privo di effettivi punti di forza a cui ancorarsi per non scivolare nella noia.

Innocuo e ludico, annacquato e stiracchiato.

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