Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Questa incursione di Lattuada nel genere di James Bond lascia abbastanza perplessi: in un quarto di secolo di attività il regista milanese aveva finora prodotto quasi solamente commedie (basti pensare a Mafioso o a Luci del varietà, con l'esordiente Fellini) o riduzioni cinematografiche di romanzi (Il delitto di Giovanni Episcopo, Il mulino del Po, Il cappotto), due filoni i cui titoli sono ad ogni modo accomunati dai sottili intenti di indagine-critica sociale. Quali che siano state le motivazioni, insomma, Lattuada si ritrova a scrivere (con Luigi Malerba e Dean Craig, da un soggetto di Ermanno Donati) e dirigere una spy story in cui i luoghi comuni del genere si sprecano (le armi segrete, le fughe rocambolesche, i perfidi nemici dell'umanità da combattere) e che, sostanzialmente, oltre ad un po' di azione non concede altro allo spettatore. Ira Furstenberg, ventisettenne, è ai suoi esordi cinematografici e serve essenzialmente come elemento di richiamo per il pubblico maschile; Patrick O' Neal, il protagonista, è perfettamente in parte; fra gli altri interpreti Donald Pleasance, Henry Silva, Nicoletta Machiavelli e c'è anche una particina da cattivo per Ennio Antonelli. Mestiere, ma ispirazione poca. 4,5/10.
Giornalista americano riesce ad evadere dalle terribili carceri cinesi grazie ad un anello che dona la momentanea invisibilità. Ma è solo l'inizio delle sue avventure: ora dovrà recuperare un micidiale liquido esplosivo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta