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I dialoghi delle Carmelitane

Regia di Philippe Agostini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I dialoghi delle Carmelitane

di zombi
8 stelle

francia, maggio 1790. siamo a compiegne in un convento di suore carmelitane. due giovani donne stanno entrando in convento per diventare spose di cristo. fuori imperversa la rivoluzione francese e nemmeno essere una religiosa è più sinonimo di garanzia o di salvezza dagli insorti. all'interno delle mure le sorelle tentano quotidianamente di rapportarsi con il loro spirito, tra di loro e con la loro fede. in più devono relazionarsi forzatamente con gli accadimenti esterni di un periodo irripetibile della storia umana. se la rivoluzione popolare esterna sta mettendo fine all'antico regime e mettendo le basi per le rivoluzioni democratice  e liberali che segneranno le rivoluzione del XIX secolo(wiki), ovviamente bagnandosi nel sangue dei monarchi e dei nobili, i rivoltosi che tra loro si chiamano molto democaticamente cittadini, decidono che i religiosi sono fanatici e i loro conventi rifugi per monarchici in fuga e quindi che gli ordini siano da abolire e proibire. all'interno invece le sorelle hanno a che fare con i dubbi e le paure terrene che le pervadono. se la priora anziana  minata nel fisico nel momento della dipartita si fa cogliere dal terrore della morte e della solitudine, una delle due novizie bianca de la force, eternamente impaurita da qualsiasi cosa sin da bambina è dominata dal dubbio di essere in grazia di cristo e quindi di dedicarsi al martirio quando le cose per il convento e per loro si metteranno veramente male. dominato da un bianco e nero che esalta lo spirito religioso tra le mure bianche del convento, il film è tutto fuorché un pesante pamphlet storico religioso. anzi raffigura in sè un bignamino di accadimenti che dovrei conoscere, ma che lontano dai libri di scuola o da lady oscar ho rapidamente dimenticato. se i rivoluzionari si trattano da eguali cittadini anche quando un grado li separa, questo li mette in condizioni ovviamente di sentirsi in grazia popolare di giudicare e condannare coloro che ritengono nemici. le rivoluzioni si sono sempre fatte nel sangue e spesso di moltissimi innocenti travolti dagli eventi. le sorelle spogliate degli abiti religiosi e costrette a vivere separate da normali cittadine, andranno incontro al loro destino scelto comunitariamente nel convento, martirizzandosi in nome del cristo e del carmelo. meravigliosa alida valli che si doppia fortunatamente da sè, priora eletta dopo la morte dell'anziana, con un viso che riesce a travalicare epoche e stili come solo certe dive sanno fare. ovviamente non di sola bellezza si parla. guardare per credere i suoi occhi che sembrano tendere all'animo di colui al quale si riferisci. ma splendidi anche georges wilson che solo facendo un segno della croce semi-nascosto dietro il cappello, rende l'angoscia indescrivibile di momenti terribili e jeanne moreau, colei che raccoglie nelle proprie mani e nel duro sguardo, l'eredità del carmelo. simpatica la svampitella anne doat.

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