Regia di Philippe Agostini vedi scheda film
Regia di un collaboratore di Bresson, che ha preso un argomento religioso, tratto da un’opera teatrale di George Bernanos, ai tempi della Rivoluzione Francese e lo ha sceneggiato, forse in maniera didascalica, almeno a tratti, cercando di equilibrarsi nei dialoghi e nell’impostazione della recitazione, ma malgrado queste accortezze si cade spesso in questo errore. L’argomento è importante, e fatto in Francia lo è ancora di più, dato che le sensibilità ancora scoperte su questi temi lo rendono ancora più interessante, fa vedere da un certo punto di vista critico il tempo del terrore, che come spesso succede nelle rivoluzioni, non guarda in faccia niente e nessuno, e calpesta gli ideali e la democraticità per cui l’evento era nato. Qui si prende in considerazione l’elemento religioso, ma dal punto di vista della sensibilità dello spirito vero per cui la scelta era stata fatta. Un punto di vista particolare in cui la presa di posizione religiosa dettata da una scelta interiore si afferma malgrado tutto, ma mai contro tutti. Il cuore che non ha pregiudizi, e quindi puro, va avanti per la sua strada senza scorciatoie e sempre coerente con le proprie scelte. Un argomento interiormente coinvolgente, che riesce a dare l’emozione giusta, anche se, ripeto, i collegamenti sono sempre dettati da una forma didascalica troppo evidente.
una storia reale, forse un po' sacrifcata dalla teatralità
ha fatto pochissiem regia, qui in collaborazione con Bruckberger
veniva da Jovanka e le Altre, quindi il taglio dei capelli c'era; un volto che fa il cinema da solo
era il suo periodo francese e devo dire anche di qualità, l'Italia l'aveva quasi esiliata, meno male che dope vennero i fratelli Bertolucci
la madre superiora, un'attrice sensibile che arriva al risultato
un volto delicato e interiormente espressivo
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta