Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Ancora una volta: cinema o teatro filmato? Difficile dirlo. È certo che Resnais gira questo film proprio come sfida, per riuscire a mettere in scena, anzi su pellicola, - e per l'ennesima volta - una pièce del drammaturgo ebreo Henry Bernstein, ambientata negli anni trenta. Spesso l'origine teatrale è fin troppo evidente, così come una certa qual magniloquenza del testo, molto legata alla moda dell'epoca, così come una ricerca d'introspezione psicologica fin troppo smaccata per essere davvero credibile. Però, al di là delle intenzioni del regista e della resistenza del testo teatrale al trascorrere del tempo, resta una magnifica prova d'attori: il migliore è, sceondo me, Pierre Arditi, il marito tradito, che sa giocare sui mezzi toni come nelle scene madri. Sabine Azéma è eccellente all'inizio, ma esagera un po' quando deve fare la "pazzerella", mentre Dussollier ingessa il suo Marcel, personaggio almeno originariamente freddo e distaccato, in una serie di pose inamidate, quasi da manichino (in un paio d'occasioni, mentre era inquadrato, mi sono domandato se non mi si fosse bloccato il dvd). Inutile parlare di Fanny Ardant, brava come sempre, ma segregata in una parte minore. Un discreto film che, se fossi stato il regista, avrei accorciato di un buon quarto d'ora, per evitare allo spettatore la noia di guardare, almeno una volta di troppo, l'orologio.
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