Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Carmeliddu, dietro incarico dei ribelli siciliani, risale l’Italia fino a Genova per ragguagliare Garibaldi sulla situazione dell’isola e incoraggiarlo a intraprendere l’invasione. Film dal ritmo convulso e dal linguaggio babelico (si ascoltano non solo le varie parlate della penisola, ma anche il francese e il tedesco): comincia con un lungo montaggio alternato fra il protagonista e i suoi compagni, vittime della repressione borbonica, e termina in tono squillante con la vittoria di Calatafimi. È evidente l’intenzione di mostrare la continuità fra il Risorgimento e il fascismo come custodi dello spirito nazionale (ancora più palese nell’edizione originaria, che si concludeva affiancando camicie nere ed ex garibaldini): è il motivo per cui si sottolinea negativamente la presenza delle truppe mercenarie straniere nel regno di Napoli e nello Stato della Chiesa. Opportuna la scelta di lasciare Garibaldi sullo sfondo, come lontano motore dell’azione; molto improbabile l’irenismo per cui un clericale e un mazziniano si ritrovano a partecipare insieme alla spedizione dei Mille: è un caso in cui la propaganda produce forzature ridicole.
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