Regia di Marcus Raboy vedi scheda film
Anthony Jeselnik racconta qualche assurdo aneddoto sulla sua famiglia disfunzionale, toccando anche argomenti come i bambini (che a lui proprio non piacciono) e il suicidio (che ritiene venga meglio se accoppiato a un omicidio), in una spirale di humor nero profondo che termina con l’episodio di un’amica accompagnata ad abortire.
Anthony Jeselnik è un comico americano piuttosto particolare; non è affatto strana la sua vena nera, politicamente scorretta all’eccesso, intrisa di battute su temi eccessivi, oscenità e tabù: questa è la linea editoriale di molti altri suoi colleghi, in effetti. Ciò che lo rende unico o quasi è invece la flemma con la quale si presenta in scena, l’atteggiamento imperturbabile con cui sciorina i suoi aneddoti a base di argomenti spesso e volentieri disturbanti. Forse questo comportamento oltremodo pacato, per quanto naturalmente studiato con gran cura, può rendere Jeselnik meno appetibile di altri comedian egualmente graffianti, ma meno compassati e più roboanti sul palco; ciò non distolga però l’attenzione dal suo materiale, che come questo spettacolo dimostra è assolutamente di prima qualità. Fire in the maternity ward – titolo legato all’aneddoto con cui il monologo si conclude, prodotto da Netflix, è il quarto special televisivo del comico, a quattro anni di distanza da Thoughts and prayers (2015). 5,5/10.
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