Regia di Giulio Petroni vedi scheda film
Bel western, giudicato da Tarantino come il film modello per i revenge movie all'italiana. L'opera si apre con un inizio dilatatissimo dalle scenografie horror (notte, pioggia e vento che ulula continuo), prosegue con una sequenza da poliziottesco in cui vediamo il protagonista esercitarsi con la pistola e rientra poi nei binari del western all'italiana alla Leone (da cui vengono ereditati anche gli attori feticcio Luigi Pistilli e Mario Brega). Molte le citazioni da "Per qualche dollaro in più" (parte finale in cui Van Cleef e un giovane Law che - anche se sbarbato - si atteggia alla Clint Eastwood collaborano tra loro in un villaggio fantasma dopo essersi boicottati a vicenda per tutto il resto del film, facendo fuori uno a uno tutta la banda contro cui si schierano) a "I giorni dell'ira" (Van Cleef che da lezioni al protagonista) e "Un dollaro bucato" (protagonista legato e costretto a restare al sole dopo avergli fatto ingerire una manata di sale), proseguendo per un finale in cui viene richiamato anche "Sette dollari sul rosso" (Van Cleef che rifiuta il duello con Law dandogli le spalle mentre l'altro lo invita a difendersi). Spassoso e tipicamente da b-movie lo spiazzo deserto dove compaiono teschi e volti mummificati che anticipano la tortura prediletta dai messicani del posto: sotterrare fino al collo le vittime e lasciarle cuocere dal sole.
Sceneggiatura (del fido leoniano Luciano Vincenzoni) ordinata ma senza dialoghi particolarmente fulminanti, bravissimo invece Petroni alla regia. Il regista, al debutto nel genere, parte subito in quarta con un taglio tutt'altro che lineare e ben studiato che strizza l'occhiolino a Leone (molti primi piani, specie sugli occhi; scene dilatate - la più bella è quella che precede la morte di Margheriti, con un pianista che suona tre note al pianoforte per dare il tempo ai due duellanti - grande senso del ritmo).
Bravissimi gli attori, tra i quali spicca Van Cleef che ripete il suo personaggio leoniano.
Degno di nota il prologo (sarà riproposto da Tarantino in "Kill Bill") in cui il protagonista, ancora bambino, assiste allo sterminio della propria famiglia notando degli indizi particolari (tatuaggi, speroni, catenine, cicatrici) che gli permetteranno, una volta adulto, di scoprire le identità degli assassini. Ottima la fotografia e la musica cadenzata di Morricone che qua è chiamato a dar vita a una soundtrack da azione piuttosto che da malinconica poesia. Spassoso. Voto: 7+
Grande debutto nel genere. Dal punto di vista tecnico "Da uomo a uomo" è il suo miglior film. Per quanto riguarda i contenuti, farà meglio con "Tepepa".
Garanzia.
L'ho visto meglio in altri film. Qua debutta nel western per poi non riproporsi più in pellicole del genere. Nella fattispecie scimmiotta troppo Clint Eastwood (non a caso Petroni, sul set, lo chiamava Clint).
Cammeo da cultori.
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