Regia di Jeff Kirkendall, Mark Polonia vedi scheda film
Seguito di uno dei primi horror amatoriali diretti da Mark Polonia nel 1987, probabilmente il peggior regista (produttore, editore, attore, sceneggiatore, ecc. ecc. ecc.) che l'America possa vantare, da anni a questa parte. Qui si fa aiutare da un socio (Jeff Kirkendall) che, almeno come regista, ha il buonsenso di lavorare di meno!
Bobbi (Danielle Donahue) ha ereditato una vecchia fattoria a Wellsboro (Pennsylvania), teatro trent'anni prima di un massacro. Assieme a un gruppo di amici si reca sul posto, senza immaginare che l'autore dei delitti, Jeremy (Jeff Kirkendall), è ancora nei paraggi.
Se agli esperti di cinema horror non viene in mente Splatter farm (1987), si tranquillizzino: si tratta di un video amatoriale girato senza budget da Mark Polonia nel 1987, che sull'imdb raggiunge la ragguardevole media di 4,6. Non è un film in senso stretto, ma una di quelle "cose mostruose" fatte tra amici, come tutta la restante filmografia dell'autore (?) che, da allora, nessuno è riuscito a fermare permettendogli di arrivare a quota 65 regie! Tra le sue ultime produzioni: Sharkula, scherzo audiovisivo di un ciclo ovviamente inguardabile sugli squali, preceduto da Sharkenstein e Virus Shark. Polonia saccheggia, sin dagli esordi, tutti i titoli classici per farne versioni grottesche: Amityville, Witchcraft, Jurassic Park, Halloween.
Qui - ovviamente il riferimento di partenza è Venerdì 13 - Polonia si è messo assieme a Jeff Kirkendall, un socio del gruppo (già firmatario di una decina di indecenti horror, tra i quali Halloween horror tales, 2018) spesso presente come attore (nello specifico è nientemeno che il killer) nei gioielli di Polonia.
Return to splatter farm è un prodotto veramente inguardabile, nel senso più stretto del termine: recitazioni imbarazzanti, personaggi ripresi in automobile (ferma) mentre viene simulato il movimento del mezzo, dialoghi impronunciabili, effetti speciali da scherzo di carnevale (con liquido denso e colore insolito che dovrebbe essere sangue). Il punto più "alto" del film è quello che vede una vittima (Gopher/James Kelly) camminare all'aperto durante un temporale: il killer gli ha piantato in testa l'antenna della radio. Alle sue spalle lampi e tuoni squarciano il cielo, sino a quando il poveretto diventa un parafulmine, nel pieno esercizio delle sue funzioni.
Se la sceneggiatura, per quanto brutta, non si discosta dalle centinaia di slasher derivati da Halloween (John Carpenter, 1978), Non aprite quella porta (Tobe Hooper, 1974) e Venerdì 13 (Sean S. Cunningham, 1980), a Polonia (più che i mezzi) manca del tutto il senso del cinema: dalla messa in scena alle riprese, dalla recitazione al montaggio, per concludere con un doppiaggio (compresa colonna sonora) terrificante. Come è possibile, dato anche l'implacabile feedback riscontrabile sull'imdb, che questi due soggetti (Polonia e Kirkendall) continuino senza sosta a proporre simili prodotti? L'unica risposta plausibile è che siano un tantino masochisti e gradiscano, anziché essere apprezzati, le infinite stroncature che ad ogni nuova uscita piombano loro addosso da un pubblico, a dir poco, insoddisfatto!
"Ci sono tre cose che ci accompagnano fino alla morte: sangue, urina e feci." (Georg Groddeck).
Trailer
F.P. 24/05/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 71'04")
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