Regia di Seth Savoy vedi scheda film
Il neo laureato Lance Zutterland viene contattato da Jack, un vecchio amico che ha saputo della conclusione dei suoi studi e che lo invita a fargli visita a Chicago. Qui Lance farà la conoscenza di un gruppo di sei ragazzi accomunati dall’essersi laureati a pieni voti e tutti con difficoltà nel trovare la propria strada nella vita. I sei lavorano per Mel, un ricettatore che procura loro indirizzi di ville da svaligiare in assenza dei proprietari. Lance accetta l’offerta di unirsi al gruppo e si trova quindi proiettato in una realtà per lui inattesa fino a poco tempo prima.
Quando Fight Club incontra la trilogia di Smetto quando voglio, per il senso di rivincita di chi si sente messo in un angolo, nonostante una vita accademica di primo piano, il risultato finale ottenuto è una trama a tratti stereotipata ma comunque godevole e ricavata da una vicenda realmente accaduta. Con voce fuori campo, elenco delle regole cui attenersi per poter fare parte di un’elite sui generis, ma che si devono al fine necessariamente dimenticare per poter andare avanti. Michael Shannon nel ruolo del ricettatore, oltre che vilain immorale e privo di scrupoli, trascina il resto del cast verso un finale inatteso mentre a fargli da contraltare ci pensano sia il trentunenne Alex Pettyfer ammirato in Magic Mike e più di recente in The Butler, e sopratutto il ventisettenne figlio maggiore di Schwarzenegger nel ruolo del giovane protagonista e neo laureato Lance Zutterland, incapace di mostrare i medesimi muscoli del padre, ma in grado di sopperire con un’eccellente presenza scenica, alla quale aggiunge una solida attitudine a recitare che però non sarà forse ricordata perchè destinata direttamente al mondo del video on demand, causa covid ma anche perchè colpevolmente non pubblicizzata. Un vero peccato perchè al netto di idee che paiono la perfetta commistione di pellicole già viste in precedenza, come le due succitate, e di personaggi usciti con lo stampino dal mondo di chi anela un’autodistruzione per mezzo di atti di vandalismo ai danni delle proprie vittime, il film firmato dal giovane Seth Savoy va comunque visto come un modo particolare per narrare le speranze della generazione dei Millenials.
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