Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
In seguito alla visione in sala nel 2021, a proposito di È stata la mano di Dio iniziai a scrivere che “la realtà messa in scena da Sorrentino, col progredire della sua filmografia, ha seguito una strada sempre più tendente all'estetismo, in bilico tra una compiaciuta mostra sfarzosa del decadente ed una sensibilità capace di illuminare gli anfratti più nascosti dell'animo umano”, salvo poi fermarmi: forte era l'impressione di trovarsi davanti all'opera magna di un autore giunto ormai alla maturità compiuta, alla totale padronanza del proprio stile, e che fosse riuscito a trovare il perfetto equilibrio in un film così sentito, intimo, ancorato all'amore per la sua famiglia e la sua città, era tanto facile da scrivere quanto rischioso.
Eppure, alla prova del tempo, questa pellicola non solo tiene uniti quei due aspetti della poetica dell'autore, mai così forte e reale nel tirare fuori le emozioni dai suoi personaggi (David meritato alla bravissima Teresa Saponangelo), ma in una Napoli cristallizzata, esuberante e teatrale, Sorrentino vi trova il palcoscenico ideale per il suo Cinema patinato, grottesco, ma mai così sincero e magico come in questo caso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta