Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
E’ stata la mano di Dio”: la consacrazione di Sorrentino!
Un’opera iniziatica, di formazione, nella quale Sorrentino racconta se stesso adolescente senza restarne imprigionato, con la lucidità di chi sa cogliere il senso dei fatti (anche luttuosi), dove la disperazione non diventa mai ossessione, dove l’umorismo sembra una formidabile arma per sopravvivere. Sorrentino ha messo in scena un’opera teatrale dove ognuno ha un suo posto nel mondo (anche chi nelle nostre travagliate esistenze confiniamo spesso ai margini), e da ognuno c’è qualcosa da cogliere, quando sembra tutto compromesso arriva un’ispirazione e da qui può nascere un talento. Immaginiamo la fatica del regista a non farsi travolgere emotivamente da Fabietto (l’alter ego giovane di Sorrentino), e lo fa con maestria riuscendo a distillare in un unicum, tipico del suo stile, i riferimenti colti e meno colti (a Fellini, Leone, Capuano, Zeffirelli) con i tanti comuni “figuranti” che ballano bellamente nella prima parte del film dove le gags famigliari si susseguono a ripetizione. Non ci sono i fenicotteri stavolta che irrompono sulla scena, ma troverete uno sterminato firmamento popolare che sembra attingere a tutta la filmografia di Sorrentino. Si grida, a un certo punto, che la realtà è scadente e deludente, ecco spiegato perché al giovane Fabietto non resta che buttarsi nel cinema che, pur essendo finzione, è il collettore di emozioni infinite e vere (fonte di riscatto) di chi lo fa e di chi lo guarda.
La mia recensione completa qui:
https://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/e-stata-la-mano-di-dio-la-consacrazione-di-sorrentino-770603.html
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta