Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Pronti via e si parte subito con un bambino accoltellato, seguito da un continuo vomitare sangue e un'autopsia esplicita. Il penultimo film diretto da un Lucio Fulci ormai molto malato è un commovente saluto al genere che l'ha reso un'icona nel mondo. Sebbene il film possa sembrare più un thiller soprannaturale, esso abbonda in tutte le macabre trovate che caratterizzano la produzione horror del regista: uccisioni efferate, sangue, splatter, gore, morti viventi, cimiteri e cadaveri in primo piano. La summa del poeta del macabro. I piani stretti sugli occhi danno un respiro di altri tempi, sembra per un momento di avere per le mani una sua grande opera. A livello di sceneggiatura non è neanche male, ma il film procede abbastanza lento e senza troppo vigore. La storia in sé è molto semplice: uno spregevole uomo d'affari muore improvvisamente e si scopre che ogni membro della sua rancorosa famiglia aveva un movente per ucciderlo. Sua figlia (la compianta Karina Huff) troverà l'assassino dialogando con il padre defunto, finché il suo corpo non andrà in totale decomposizione, processo che Fulci mostra in ogni sua fase. Visivamente non è un film malriuscito, il problema è un andamento troppo blando: i ritmi sono lenti e la narrazione non porta mai qualcosa che ravvivi l'interesse. In generale, vale la visione: è l'addio al genere e, pur con tutti i limiti del mondo, economici e di salute, la mano e le idee di Fulci si vedono ancora in qualche scena.
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