Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Scritto dal regista insieme al disastroso Piero Regnoli (da un racconto dello stesso Fulci), Voci dal profondo è uno degli ultimi film diretti - ormai controvoglia e neppure sfruttando più il suo risaputo mestiere - da un Fulci in pieno declino. La tensione latita, i flashback e gli inserti onirici/visionari sono realizzati con la mano sinistra (o forse è il piede) e l'intera storia è talmente tirata via, dalla scrittura alla messa in scena alla recitazione, da finire con il sembrare persino ridicola. Karina Huff e Duilio Del Prete sono i nomi più celebri sulla locandina, ma compaiono anche un giovanissimo Lorenzo Flaherty, il mitico Paolo Paoloni (megadirettore galattico nella saga di Fantozzi) e come di consueto Fulci in un cameo; le sequenze splatter non sono tante, ma soprattutto non sono incisive come dovrebbero, segno che anche per gli effetti speciali la spesa qui si è ridotta al minimo. Fulci stesso d'altronde sosteneva, in quegli ultimi anni della sua carriera, che non ci fosse più spazio per il cinema di serie B: il videoregistratore aveva creato il mercato delle hometape, comunque limitato rispetto a quello delle sale cinematografiche (e ben presto sarebbe stato a sua volta soppiantato da internet), ma lavorare a quegli standard e con perfino minori capacità di distribuzione rispetto alle poche disponibili in precedenza era diventato pressochè impossibile. Infatti Voci dal profondo è la penultima sua pellicola. 1,5/10.
A indagare sul misterioso omicidio di un uomo ci pensa la figlia da lui prediletta; dove la ragazza non arriva da sola, ecco che il fantasma paterno interviene in aiuto.
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