Regia di Delbert Mann vedi scheda film
Non bello come il precedente "Il letto racconta", ma comunque godibile e strappa più di qualche risata. Ad essere onesti le parti che funzionano veramente sono quelle dei due protagonisti assieme, con lui che finge di essere un'altra persona e un mezzo santo, mentre nomina insistentente il suo vero "sé" perché si diverte a far alterare Doris Day. Sono duetti e situazioni collaudati come riusciti già nel precedente film. Fa ridere anche lo stuolo di uomini d'affari che sgranano gli occhi davanti alle bellezze femminili. Il mondo della pubblicità viene messo parecchio in ridicolo, come pure l'arrivismo di chi vi fa parte. Altre parti del film (specie quella iniziale) sono un po' debolucce, ma è un difetto che si è disposti a perdonare. Del resto Delbert Mann era uno che girava con poche pretese, se non quella di divertire senza pensieri, col tono leggero, e per questo aveva il coraggio di proporre situazioni quasi demenziali che proprio per questo facevano ridere (come le esplosioni ripetute del laboratorio). Efficace spalla di Hudson, anche se più sbiadito del precedente film, è l'antipatico/simpatico Tony Randall.
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