Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Polpettone hollywoodiano che ha oltremodo subito le ingiurie del tempo. L'attacco a Pearl Harbor è oramai un lontanissimo ricordo - anche la guerra fredda è finita da un pezzo - e questo datato drammone non riesce a ridurre le distanze, anzi. Ciò che all'epoca fece scalpore, ai giorni nostri, al massimo, fa sorridere: il bacio, ai limiti dello scandalo, tra Lancaster e la Kerr oggi spicca solo per la sua goffaggine (da notare che, in quella stessa scena, mentre in città è quasi notte al mare è pieno giorno!); la recitazione, nel migliore dei casi (Lancaster), appare parecchio legnosa, l'unico a salvarsi è Clift (Sinatra, a mio parere, non solo non meritava l'Oscar, ma neppure gli ottomila dollari del cachet). Come già sottolineato, anche la regia di Zinnemann - buon mestierante, ma nulla di più -, non sembra impeccabile: insomma, se non si fosse capito, non lo ritengo una meraviglia. Da qui a lì, oltre, oggettivamente, non è andato. L'eternità spetta ad altri film.
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