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Da qui all'eternità

Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Da qui all'eternità

di Ethan01
9 stelle

Un film immortale, indimenticabile come il bacio che la Kerr e Lancaster si scambiano sulla spiaggia sommersi dalle onde del mare.

Il soldato semplice Robert "Prew" Prewitt (Montgomery Clift) viene trasferito nella base militare di Schofield, alle Hawaii. Prewitt è un ex-pugile e i suoi superiori, essendone a conoscenza, vorrebbero che partecipasse al torneo di boxe del reggimento, promettendogli una promozione in caso di vittoria. Ma Prewitt rifiuta per motivi personali e per questo viene preso di mira dai suoi commilitoni. La sua storia di intreccia con quella del sergente Warden (Burt Lancaster), che intraprende una relazione clandestina con la moglie (insoddisfatta) del capitano Holmes, suo superiore. Prew invece inizia a frequentare Lorena (Donna Reed), una prostituta conosciuta in un club privato.
Ma non c'è futuro per nessuno di loro.
Premetto di essere un grande ammiratore di Fred Zinnemann, regista poliedrico e di grande talento, autore di opere immortali quali ad esempio "Mezzogiorno di fuoco", "Il giorno dello sciacallo" e "Un uomo per tutte le stagioni". Nonostante ciò il nome di Zinnemann è al giorno d'oggi pressoché dimenticato e il suo cinema assurdamente sottovalutato.
Ed è vergognoso che uno tra i più grandi autori di Hollywood, paragonabile a gente come Wilder, Huston, Hitchcock o Hawks, venga invece considerato spesso solo "un onesto artigiano".
"Da qui all'eternità" rientra senza alcun dubbio tra i capolavori del regista: e adesso vedremo perché.
Prima di tutto occorre chiarire che si tratta di un dramma bellico, e, nonostante il momento storico in cui è ambientato, di guerra ce ne poca e niente (soltanto alla fine, con l'attacco giapponese a Pearl Harbor).
"From Here to Eternity" è un film sentimentale, un melodramma (inteso però nell'accezione più nobile del termine) che ha per protagonisti una variegata gamma di caratteri.
Abbiamo Prewitt, una figura complessa e tormentata, ma allo stesso tempo un uomo testardo, che non è disposto a scendere a compromessi con nessuno; poi c'è il sergente Warden, militare apparentemente cinico e inflessibile, ma dotato di una sua etica personale e giusto con i suoi uomini; è legato a Karen Holmes, moglie del suo comandante, la ama ma non trova il coraggio di sposarla e alla fine la loro relazione è destinata a naufragare. Infine c'è il soldato Angelo Maggio, l'unico amico di Prewitt: un tipo allegro e sornione, ma anche piuttosto focoso; sarà proprio questa sua irruenza a condurlo nei guai.
Zinnemann dirige magistralmente con il suo stile secco e rigoroso, evitando accuratamente qualsiasi eccesso o virtuosismo fine a se stesso, e coglie l'occasione per lanciare un duro atto d'accusa contro le gerarchie militari, l'arroganza e i metodi violenti che li caratterizzano, molto evocativamente rappresentati dai personaggi del capitano Holmes e del sergente "Trippa" Judson.
Ma la grandezza di Zinnemann si vede anche dal taglio delle inquadrature e dalle singole sequenze; le scene d'antologia infatti sono molteplici. Solo per citarne alcune: il celeberrimo bacio sulla spiaggia tra Lancaster e la Kerr sommersi dai flutti delle onde (molto audace per l'epoca e imitato in innumerevoli altri film successivi), l'attacco finale dei Giapponesi e la scena della tromba suonata da un commosso Montgomery Clift per commemorare Maggio.
Cast assolutamente straordinario: un intenso Montgomery Clift, in una delle sue più grandi interpretazioni, Burt Lancaster, gigantesco come sempre, Deborah Kerr, splendida attrice inglese qui in un ruolo ambiguo e molto sfaccettato. Ma sono indimenticabili anche Frank Sinatra, in stato di grazia, che per il ruolo dello sfortunato soldato Maggio si aggiudicò l'Oscar al miglior attore non protagonista, ed Ernest Borgnine nella parte del suo aguzzino, il sadico sergente Judson.
Il film ebbe un grandissimo successo e si aggiudicó ben otto, meritatissimi, premi Oscar: una delle poche volte in cui i membri dell'Academy fecero la scelta giusta.

 

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