Regia di Roberto Petrocchi vedi scheda film
Ci sono film che nascondono autentici tesori. Ma per saperli cogliere occorrono una sensibilità non comune ed una concezione del cinema alta. E' il caso de "L'ombra del gigante" di Roberto Petrocchi. Tratto dal bellissimo ed acclamato racconto "Il gigante" di Paola Capriolo, non solo non tradisce la matrice letteraria, ma ne traduce atmosfera e contenuti metafisici, reinventandoli drammaturgicamente e filmicamente.
E se raccontare per immagini il rapporto fatto di note di violino e di pianoforte - ma anche di silenzi carichi di presagi - tra un misterioso prigioniero e la consorte del suo carceriere, richiedava d'addentrarsi nelle pieghe più riposte dell'animo umano, per esplorare temi universali quale la "prigionia di vivere" e l'incrollabile anelito di libertà, Petrocchi è riuscito pienamente nell'impresa, regalandoci un'opera palpitante come poche. Regia di spessore, fotografia preziosa, grande interpretazione di Margherita Buy,
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