Regia di Marty Callner vedi scheda film
Le bizzarrie della vita quotidiana sono uno dei cavalli di battaglia di George Carlin, così come i modi di dire assurdi che utilizziamo frequentemente, senza pensare a ciò che stiamo realmente dicendo; in questo monologo il comico americano rivolge il suo sguardo critico e originale su tutte queste cose, terminando con un’attenta disamina delle parole (o, meglio, parolacce) che è proibito dire in tv.
L’annunciatrice televisiva in apertura invita il pubblico più sensibile a cambiare canale per evitare argomenti e termini poco ortodossi: a non molti comici è stato riservato questo onore, definiamolo così, e di sicuro George Carlin, sboccato e irriverente tanto quanto acuto e originale, lo merita pienamente. Seguirà in effetti un monologo di un’ottantina di minuti circa che per oltre metà del suo tempo rimane abbastanza castigato, ma sfocia in un finale pirotecnico nel quale il comico esamina con cura una lista di parolacce impossibili a utilizzarsi in televisione (e lo fa… in televisione!), prima del quale l’emittente si premura di fermare lo spettacolo per alcuni secondi e mandare in onda una didascalia in sovraimpressione che rimarca l’estrema volgarità di quanto sta per essere detto. Altri tempi, certo, anche se il livello dell’ipocrisia dei dirigenti tv non è mai sceso, anzi: a pensarci oggi fa davvero sorridere il fatto che ci fosse una simile impellente necessità di tutelare il pubblico per qualche shit, fuck e motherfucker. Tanto gusto ci aveva preso Carlin, che ripeté questa parte dello spettacolo anche in coda al successivo special televisivo, George Carlin at Phoenix (1978), anch’esso realizzato per la serie On location. Ritmo alto e un performer d’eccezione: una testimonianza ancora oggi impressionante delle capacità di uno dei più grandi stand up comedian mai esistiti. 6/10.
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