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Da quando te ne andasti

Regia di John Cromwell vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Da quando te ne andasti

di ethan
6 stelle

Fluviale film firmato da John Cromwell ma più del produttore plenipotenziario David O. Selznick, il quale non solo è lo sceneggiatore del libro omonimo di Margaret Buell Wilder ma anche, tra i registi non accreditati con Tay Garnett e Edward F. Cline.
Sarebbe davvero interessante sapere con precisione i vari contributi di ogni regista in termini di scene dirette, in modo da poter distribuire i meriti (e i demeriti) di questa imponente pellicola.
In generale, prediligo le parti da commedia rispetto a quelle smaccatamente lacrimevoli e patriottiche, spesso al limite della sopportabilità, specialmente nella parte introduttiva, dove con insistenza si punta sull'assenza del capo famiglia a causa della guerra - la poltrona e il letto vuoti vengono inquadrati più e più volte - e le ritengo la cosa migliore del film, assieme al pregevole - con qualche importante eccezione - cast All Star e alla splendida fotografia, in bianco e nero, in certi frangenti con reminescenze da film noir - gli squarci di luce nel buio - dei due maestri Stanley Cortez e Lee Garmes.
Come già accennato il cast è grandioso: Claudette Colbert, moglie e madre di due figlie che si trova tutta la responsabilità di portare avanti la famiglia (americana, come si legge nella didascalia iniziale), fornisce una prova molto sobria a dispetto della parte che prestava il fianco alla lacrima facile, mentre non lo stesso si può dire per Jennifer Jones, un po' cresciuta per la parte della diciottenne (aveva 27 anni ai tempi) che palpita prima per un amico di famiglia (Joseph Cotten, parte consistente ma non rilevante) che chiama affettuosamente zio e dopo per il nipote (l'ottimo Robert Walker, in un ruolo di giovane problematico che sembra scritto apposta per lui) dell'anziano e scorbutico ufficiale in pensione che alloggia presso la loro casa (straordinaria prova di Monty Woolley): nulla da dire sulla bravura dell'attrice ma ne serviva una più giovane.
Azzeccati gli altri ruoli: Shirley Temple, la figlia più giovane, in uno dei pochi ruoli di rilievo nella sua carriera 'adulta' e soprattutto la pettegola e invidiosa amica di famiglia, la grande caratterista Agnes Moorehead, che appare in poche ma rimarchevoli scene.
Nel complesso quindi un film strabordante e prolisso dove i tanti bei momenti sono affossati dalle esigenze di sostenere una causa, comunque giusta, ma che, a livello filmico, provocano non pochi scompensi: anche lo stesso finale, incredibilmente ottimista, è un vero colpo basso.
Voto: 6 (visto nella v.o. di 177 minuti)

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