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Parigi, 13Arr.

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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La recensione su Parigi, 13Arr.

di Mulligan71
6 stelle

Audiard è uno dei più importanti registi francesi attuali e si è destreggiato, piuttosto bene, in vari generi cinematografici, anche affrontando temi duri, difficili. Un regista solido, mai banale. In questo "Les Olympiades", il titolo originale francese, nomato da un quartiere multietnico di Parigi, costruisce un film intimista, mai sopra le righe, raccontando, in un bel bianco e nero che fa tanto "nouvelle vague" (e un po' lì ci rimanda), gli intrecci amorosi e sessuali di un pugno di trentenni, con due personaggi principali, Camille, insegnante di colore, e Emilie, ragazza di origini cinesi, che vive in un appartamento che appartiene alla nonna, morente di Alzheimer. Dal loro incontro, nasce una storia di sesso, prima, e poi, chissà, d'amore: questa relazione è il cerchio che racchiude le altre storie che vanno a intersecarsi attorno a questi due personaggi principali. Non c'è molto di più, se non una disamina, molto francese, molto estetizzata, dei rapporti uomo/donna nella società di oggi, dove le insicurezze e le solitudini, si traducono, spesso, in puri rapporti di sesso, senza il coraggio di trasformarli in qualcosa di più. Un lungo susseguirsi di corpi e di volti, di dialoghi e di sguardi, per un film, come dicevo molto estetizzato e un po' noioso, che solo una forte empatia con i protagonisti può rendere veramente interessante per lo spettatore. Niente da dire, invece, per la regia, per gli attori e anche per Parigi, con Audiard bravo a evitare le trappole del risaputo, riprendendola. Un'opera sufficiente e interessante, ma non la mia preferita del regista francese. 

 

 

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