Trama
A Parigi, nel 13° distretto, Emilie vive in un appartamento di sua nonna e subaffitta una stanza a Camille, insegnante di lettere, con il quale ha una storia di sesso che però non decolla, come lei invece vorrebbe. Intanto Nora fa ritorno all'università, che aveva lasciato anni addietro, ma a una festa dove indossa una parrucca bionda qualcuno la scambia per una cam girl. Finirà per incontrare Camille e avere una storia con lui, ma al tempo stesso inizia una amicizia virtuale proprio con Amber, la cam girl con la quale era stata scambiata. I destini dei quattro sono però ancora destinati a nuovi intrecci.
Curiosità
INTERVISTA AL REGISTA
Perché il titolo Les Olympiades?
Les Olympiades è un quartiere di tori nel mezzo del 13° arrondissement di Parigi, tra rue de Tolbiac e l'avenue d'Ivry. Parte di un piano di rinnovamento negli anni Settanta, presenta una omogeneità architettonica davvero notevole. In ricordo dei Giochi olimpici invernali di Grenoble del 1968, ogni torre porta il nome di una città olimpica: Sapporo, Città del Messico, Atene, Helsinki, Tokyo... e le strade nomi di discipline olimpiche: rue du Javelot, rue du Disque, e così via.
Les Olympiades è un quartiere piuttosto originale, variopinto, vivace, socialmente e culturalmente misto. I personaggi del film vivono e si incrociano lì.
Il termine "olympiades" si riferisce sia all'idea delle conquiste sportive sia alla vita amorosa dei personaggi.
La sceneggiatura del film, firmata con Cèline Sciamma, nasce dall'adattamento di tre racconti di Adrian Tomine, autore di fumetti americano. Cosa le è piaciuto del suo mondo e come mai ha scelto di adattarlo?
Tomine propone storie concise, intrise di realtà, con personaggi problematici, alla ricerca di qualcosa che non riescono a definire appieno. Questo è ciò che mi è piaciuto. Inoltre, il suo tratto molto semplice ed efficace non distoglie lo sguardo dall'azione e sembra già realizzato per il cinema, al pari di uno storyboard. E, poi, un po' come Eric Rohmer, Adrian Tomine è un moralista: alla fine delle sue storie, i personaggi sembrano aver imparato qualcosa sulla vita e su loro stessi.
Com'è nata l'idea del film? Cosa le ha fatto dire una mattina "Ehi, ho intenzione di adattare tre racconti di Tomine"?
Ho sempre più l'impressione che l'espressione "cercare un soggetto" non abbia molto significato e che "cercare un soggetto" sia senza dubbio il mondo più sicuro per non trovarne o per trovarne uno cattivo. Non cerco più il soggetto ma preferisco pensare alla forma, a qualcosa di più generale, fatto di luci, ritmi, colori, suoni, tipi di personaggi, tematiche... ad esempio, dopo l'uscita di I fratelli Sisters, ho cominciato a pensare a una storia che fosse il suo opposto, ambientata in città, sullo sfondo di paesaggio urbani, in uno spazio geografico limitato, in bianco e nero, con poca azione... E un bel giorno qualcuno dei miei amici mi ha parlato del lavoro di Tomine, che non conoscevo. Ho letto le sue storie e, improvvisamente, le forme che già si agitavano nella mia mente hanno cominciato a cristallizzarsi e a diventare poco a poco Les Olympiades.
Les Olympiades è prima di tutto un film sui giovani...
Giovani sì ma non più adolescenti. I quattro personaggi principali sono giovani adulti, già dotati di esperienza, che si incontrano e si amano. Hanno tutti una loro esistenza sociale e non sono fuori dal mondo. Tre sono trentenni che hanno già incontrato difficoltà a trovare un alloggio e/o un lavoro, che stanno attraversando una crisi vocazionale, che non riescono ad assestarsi in amore o sessualmente, che cambiano vita quando arrivano al punto di divenire autonomi. Ed è per questo che appartengono ai personaggi problematici di Adrian Tomine.
Il personaggio di Camille (Makita Samba), un giovane insegnante, è già disilluso dal sistema scolastico. Nora (Noémie Merlant) riprende gli studi a Parigi dopo un passato familiare doloroso. Dopo aver studiato a lungo, Émilie (Lucie Zhang) sceglie, all'apparenza volutamente, di lasciarsi portare da un piccolo lavoro all'altro. Cam girl, Amber Sweet (Jehnny Beth) sta per attraversare lo specchio per la prima volta.
Nella fattispecie, tutti i personaggi sperimenteranno la disillusione ma in senso positivo perché erano loro stessi che si illudevano, si stavano ingannando. Le esperienze che faranno apriranno i loro occhi su ciò che sono veramente, ciò che vogliono e ciò che amano davvero.
Il film, radicato nel qui e ora del 2020, è girato in bianco e nero, in un modo apparentemente controintuitivo. Ciò gli conferisce un aspetto senza tempo.
Ho già girato molto a Parigi e la trovo una città non facile da filmare: troppi musei, troppo stile haussmanniano, senza abbastanza prospettive o linee. Facendo la doppia scelta del 13° arrondissement e del bianco e nero, ho avuto la possibilità di offrire qualcosa di più lineare, di abbassare le aspettative su Parigi, di filmare la città come qualsiasi altra città europea o metropoli asiatica. Alla fine, si potrebbe dire che Les Olympiades è un "film d'epoca contemporaneo". E poi ovviamente c'è l'ombra di Manhattan di Woody Allen.
C'è un solo momento girato a colori, in maniera molto iconica.
Si, quello dell'arrivo di Amber Sweet nella storia, della cam girl, vale a dire della pornografia. Amber, che può essere vista solo attraverso gli schermi di un computer o di un telefono e che quindi resta a distanza, è la figura più influente della storia. Sconvolgendo la vita di Nora genera un effetto domino che cambia la vita e le personalità di Camille e di Émilie.
Parliamo dei personaggi del film, a cominciare dalla coppia Émilie/Camille, che occupa la prima parte del film.
Émilie, una giovane franco-cinese, è combattuta tra i piani di riuscita della sua famiglia e la sua libertà di giovane donna. Ha appena finito di studiare Scienze Politiche ma decide di fare piccoli lavori (operatrice in un call center, cameriera, ecc.). È brillante ma perde molto tempo a combattere contro le aspettative della sua famiglia, a fare della provocazione di poco conto.
Camille è più in là con la sua vita. Vediamo di più della sua famiglia e conosciamo la sorella. La sua è una famiglia da "educazione nazionale": si può immaginare che la madre fosse un'insegnante di inglese o spagnolo e il padre un insegnante di matematica. Lui è professore di lettere ma è in crisi di vocazione. Nel suo rapporto con gli altri, è tanto insopportabile quanto affascinante e lo sa. Ama le donne, l'amore e la libertà. Ma, a forza di fare e di dire, cadrà nella sua stessa trappola.
E Nora e Amber, l'altra coppia del film?
Nora ha 33 anni, è fuggita dalla provincia e dal lavoro di agente immobiliare per riprendere gli studi a Paris-Tolbiac. È una donna bella e intelligente che non sa di esserlo: si crede noiosa quando in realtà è solo a disagio. Il suo incontra con Camille la calmerà momentaneamente ma è quello con Amber Sweet che sarà per lei decisivo. Amber, con la sua franchezza, il suo coraggio e la sua conoscenza della vita, le insegneranno la libertà e il suo vero significato. Nora ne uscirà profondamente e definitivamente cambiata.
Ci parli dalla scelta delle attrici, dell'attore e del modo di lavorare con loro.
Christel Baras, la direttrice del casting, è stata centrale per la scelta degli attori. È a lei che devo Lucie, Makita, Noémie e Jehnny. Poiché avevano esperienze non uniformi, abbiamo lavorato molto prima dell'inizio delle riprese: abbiamo provato i dialoghi, certo, ma anche i movimenti di corpo per affrontare con la massima serenità possibile le scene di sesso. Tre giorni prima dell'inizio delle riprese, abbiamo provato tutta la sceneggiatura senza interruzioni sul palcoscenico di un teatro parigino. È stata un'opportunità unica per far sì che si vedessero recitare gli uni con gli altri per vedere cosa funzionava e cosa no e per acquisire fiducia. Un'altra cosa: provando molto, abbiamo avuto la certezza di avere tempi di ripresa veloci e limitare i rischi di contrarre il CoVid.
Uno dei riferimenti maggiori per il suo film è La mia notte con Maud di Éric Rohmer. Perché è così importante per lei.
All'inizio della mia vita di giovanissimo cinefilo, ho visto il film di Rohmer. Fu uno shock tale che per il mio primo film nel 1994 ho chiesto a Jean-Louis Trintignant di rivestire il ruolo del protagonista. In La mia notte con Maud due uomini e una donna ma soprattutto un uomo e una donna parlano per tutta la notte. Parlano di tutto: di loro, di Dio, della scommessa di Pascal, della neve che cade, della vita provinciale, delle giovani cattoliche, ecc. Alla fine, dopo che sono stati mostrati e riconosciuti i segni della reciproca seduzione, quando dovrebbero abbracciarsi e amarsi, non lo fanno. Perché? Perché tutto è stato detto e la seduzione, l'erotismo e l'amore sono passati interamente attraverso le parole. Il resto sarebbe superfluo. Come va invece oggi che ci viene proposto l'esatto contrario? Come va ai tempi di Tinder e dell'andiamo a letto la prima sera? Esiste ancora un discorso amoroso? Sì, certo, non lo metto in dubbio. Ma quando interviene? Quali sono le parole, i protocolli? Questo potrebbe essere uno dei temi di Les Olympiades.
Trailer
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Commenti (9) vedi tutti
Chat, app e sesso. Racconto intimista e contemporaneo sui giovani di Jacques Audiard.
leggi la recensione completa di gaiartAudiard non si smentisce e non delude neanche stavolta.
leggi la recensione completa di tobanis"Parigi, 13Arr." è un film sui destini incrociati di quattro persone che a diverso modo ricercano l'appagamento dei sensi e in modo diverso vivono l'incontro con l'altro. Audiard dirige con mano sicura una storia "tipicamente" francese, per il ruolo riservato ai luoghi parigini e per l'amore che fugge sempre. Peccato per qualche lentezza di troppo.
commento di Peppe Comunefilm semplice con poche persone e il tutto si svolge a Parigi.. vengono descritto queste 4 personaggi .. per maturare serve ognuno a ciascuno.. cast e regia e script danno un buon resultato.. voto 7
commento di nicelady55Un gran film,uno spaccato di vita attuale in una metropoli tra precariato ,rapporti interraziali e tanto sesso....da vedere assolutamente,per me voto 8.5
commento di ezioInsignificante film propaganda sull'integrazione e libertà (sessuale) di giovani colorati. Un'accozzaglia di scene forti per scioccare e coinvolgere lo spettatore ma senza risultato.
commento di gruvierazIn questo puerile quanto insulso film regge solo il ritmo. Si possono raccontare storie più interessanti e decisamente meno banali
commento di SladkiiTre giovani belli e seducenti inseguono compulsivamente il sesso e l’amore per le strade di una Parigi che somiglia a New York e troveranno forse se stessi.
leggi la recensione completa di RobertoMangiaficoTre donne e un uomo, le etnie ci sono tutte, i colori fondamentali, bianco, giallo e nero, pure, ma il colore è unico, quello di una gioventù vicina ormai alla piena maturità che non ha mai trovato la strada.
leggi la recensione completa di yume