Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
La prima impressione dopo aver visto "Magnolia" è di un'ubriacatura di storie che si concatenano tra loro con non sempre l'opportuna lucidità. Cosi' si ha quasi la sensazione che il troppo stroppi, come se Paul Thomas Anderson (che giro' questo lungometraggio a trent'anni) abbia voluto sparare più cartucce possibili ma senza calibrarne gli effetti. I personaggi, comunque ben delineati, vivono tutti un'esistenza borderline, spesso per colpa di traumi o abbandoni durante l'infanzia, e quando cercano di ricucire i vari pezzi si accorgono di come le fragilità abbiano reso arduo dare una svolta positiva alla propria vita. Sarà una paradossale pioggia di rane nel finale a dare un senso di ineluttabilità davanti ai rovesci del destino. Tre ore di un film spesso ostico e ripetitivo che finiscono per essere una prova anche per lo spettatore più temprato.
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