Regia di Eduardo De Filippo vedi scheda film
Una donna, fingendosi prostituta, adesca clienti che fa pagare anticipatamente e quindi conduce in camera da letto, in casa sua, dove si trova la (presunta) salma del marito. Lo stratagemma è più che sufficiente per convincere i clienti a darsela a gambe senza chiedere indietro il denaro.
Negli ultimi anni di vita Eduardo De Filippo ebbe modo di mettere in scena per la televisione di Stato una buona serie di commedie da lui scritte nell’arco della sua intera carriera; questa Il cilindro, portata sul piccolo schermo nel 1978, era stata messa in scena per la prima volta a teatro dodici anni prima. Tentare di definire la grandezza di Monica Vitti con un aggettivo, uno qualunque, è impresa semplicemente impossibile: guardare Il cilindro per credere, punto e basta. Una prova monumentale in un personaggio difficile, al tempo stesso scaltra e timida, sexy e impacciata, realmente una protagonista già di per sé sufficiente a valere il prezzo del biglietto; che sarà poi ripagato con gli interessi, come è facilmente intuibile, data la presenza nel cast dello stesso Eduardo e di comprimari come il giovane Vincenzo Salemme, Pupella Maggio, Luca De Filippo, Ferruccio De Ceresa e Marzio Honorato. Il testo è intrigante e movimentato al punto giusto, peccato solamente per la messa in scena piuttosto didascalica, che fa ampiamente riferimento a quella teatrale di partenza; con un minimo di produzione in più si sarebbe potuto realizzare un vero, grande film e non un (pur ottimo) ibrido tra televisione e teatro, come è questo lavoro. Il cilindro del titolo, infine, è qui usato come simbolo dell’autorità, copricapo capace di mettere in soggezione l’interlocutore a prescindere dal personaggio che lo indossa. 5,5/10.
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