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Nosferatu, il principe della notte

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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cazzeggiatore del millennio

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La recensione su Nosferatu, il principe della notte

di cazzeggiatore del millennio
10 stelle

Herzorg, re dell’antiaccademismo, che fa accademia.

La storia trasposta dal romanzo di Stoker.

Herzorg ci ha abituati al suo spirito antiaccademico che, ironia della sorte, volente o nolente ha fatto a sua volta accademia; il tema classico del Dracula sul male fascinoso nascosto ovunque, soprattutto dietro la figura di un abbiente signorone, qui è portato alle estreme folli conseguenze secondo l’ormai famosa anarchia del regista.

I temi sono infiniti e puntati a demolire quelle che sono forse le fondamenta del pensiero romanzesco occidentale. L’eroe qui è ottuso e corruttibile, la figura femminile non è solo immagine di purezza ma anche di quel bene eterno che si scontra contro un male forse ineluttabile, elevata quindi a martire in una società cieca ed intrappolata parossisticamente nei propri meccanismi; una società distante che si fa travolgere dagli eventi a cui pone rimedio a casaccio, spesso facendo il male.

La figura del conte, immortale fino a straniarsi dalla vita, si contrappone a quella della moderna città, fatta di mortali il cui saper di star morendo spinge ad uscire dalla mediocrità vivendo fino in fondo, vivendo forse in un modo che Dracula nemmeno conosce; una gioia di vivere espressa attraverso la distruzione delle regole.

Immagini da manuale, dei veri e propri quadri da appendere, sovrannaturali senza il bisogno di particolari o troppo costosi effetti speciali, una magia che nasce dalla pura e semplice messinscena al servizio dell’ottimamente diretto comparto attori: il geniale folle Kinski, il composto Ganz che fa spettacolo col suo profilo basso, l’Adjani e l’indimenticabile Topor; sono la ciliegina sulla torta.

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