Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Herzog, considerandola l’opera cinematografica tedesca più importante di sempre, decide di omaggiare il capolavoro di Murnau contrapponendo al potere del suo bianco e nero un’algida inquietudine che risale fino a noi da tempi lontani, là dove il picco d’una montagna rendeva distanti gli uomini e aveva il potere di lasciarli soli difronte all’orrore. Egli porta in scena un Dracula perseguitato dai dilemmi dell’esistenza, angosciato dalla vita eppure incapace di imbracciare la distruzione. Il film, colmo di una brutalità atea contrastante con la fantasia degli avvenimenti, ci mostra un mondo non soltanto fuori misura per gli uomini ma carico di un’anarchia che è crudele verso ogni essere vivente. Muovendo i due protagonisti della storia fra la Germania e la Romania, specchiandoli in bianchi meravigliosi che sembrano metafisici come il castello di Dracula, Herzog racconta una mesta fiaba sull’esistenza: pone la virgola su canti e banchetti allestiti sopra la disperazione della peste nera, riprende in tutta la sua magnificenza un galeone senza più vivi e stipato soltanto di topi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta