Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Herzog è uno dei miei registi preferiti, il vampiro è una delle figure che più mi affascinano, questo film è il risultato meraviglioso tra il linguaggio scelto e profondo del regista tedesco, e la figura eterna e senza tempo del Nosferatu. Le due cose si sposano in “Nosferatu, il principe delle tenebre”, regalandoci forti emozioni e una interpretazione da parte di Klaus Kinski esemplare.
La storia è quella conosciuta da tutti: il viaggio da parte di Jonathan Harker, agente immobiliare, verso il castello del Conte Dracula, in Transilvania, per vendergli una casa. Il Conte, Nosferatu, vampirizza Jonathan, riesce a viaggiare verso la città di Wismar portando morte e malattie, per ritrovare l'amore e la tanto sognata morte.
Ma quello su cui punta questo film sono altri temi: il viaggio:
quello che compie Jonathan verso il castello, fermandosi prima nella locanda degli zingari, che lo mettono in guardia sul Conte, costringendolo a proseguire a piedi, perchè nessuno è disposto ad accompagnarlo. Il percorso ci viene mostrato a tratti, tra luci e oscurità, tra cieli che si aprono, lunghe attese ad ascoltare i silenzi della natura, che Herzog ci propone accompagnati dalle musiche di Wagner. Ruscelli che corrono veloci trasportando l'acqua (la vita?) lontanissima. L'arrivo del giorno è cupo, e la notte è lunghissima, il freddo penetra nel mantello, si sente paura e gelo, ma bisogna proseguire. Salendo sulla carrozza mandata dal Conte, si percepisce il mistero di una non presenza, che rimane celata...e finalmente si arriva al castello, meta, arrivo, punto di non ritorno, un Overlook Hotel, una pancia vuota e affamata che spalanca le sue porte per mostrarne l'unico e solo padrone, il conte Dracula.
Il viaggio che compie il conte verso la città, il mondo...un viaggio lungo,il conte trasportato in terra sconsacrata in bare nere piene di topi, trova il sonno di giorno, mentre la notte si sfama, per poco, del sangue dei marinai del vascello che porta il carico di morte. Mai si vede il conte sulla nave, la morte si vede quando arriva? Il vascello viene ripreso dall'alto, come dallo sguardo di un pipistrello in volo, e cosa altro potrebbe mai essere che volteggia così? Ci dimentichiamo che è la macchina da presa a inquadrare e non un vampiro a volare. Il vascello giungerà alla meta con il suo carico di marinai morti e tanti topi vivi, che porteranno la peste e il delirio.
Il conte prenderà possesso della sua nuova dimora, in attesa di far visita alla sua amata.
Il terzo viaggio del film è quello ultimo di Jonathan, ormai nuovo Nosferatu, ritorna nella sua pancia vuota, al castello, cavalca veloce, nessun cammino lungo, ma una lunga esistenza lo attende. Ultima scena bianchissima, con l'orizzonte diviso in due, il cavallo che porta il nuovo Nosferatu nella sua dimora, appare come un sogno, non come un incubo, una luce accecante che sembra oscurare le tenebre che avvolgeranno il vampiro, una luce accecante sulla nuova solitudine e l'eterna fame del conte Dracula.
Herzog, completa il suo splendido lavoro, con la sua solita sensibilità verso il linguaggio della natura, ma anche con una visione onirica delle nostre paure e angosce, costruendo una bellissima scena della festa in piazza a Wismar, per “festeggiare” la morte e l'arrivo della peste, molto suggestiva. Gli appestati banchettano con i topi appestatori, ballando in una piazza vuota e piena, silenziosa e rumoreggiante, come in un sogno, non si prova però paura per la propria sorte, ma piuttosto un meravigliato stupore per quello che sta accadendo. Lucy, l'innamorata moglie di Jonathan, che cerca in tutti i modi di trovare un razionale aiuto, capisce in quel delirio, che soltanto lei sola, come solo è il conte, come solo è Jonathan nella sua nuova pazzia, potrà trovare la soluzione. Il bacio mortale che si farà dare dal conte, porterà fine alla malasorte, questo pensa l'ingenua Lucy, e il conte berrà il suo sangue fino al primo raggio di sole, che gli donerà finalmente l'agognata fine....e un nuovo inizio.
Perfetta.
Molto sentita per Klaus Kinski questo personaggio del conte Dracula. Depresso e solitario, il diverso per eccellenza, ha saputo cucirsi addosso questa parte, procurandosi anche dolorose ferite profonde, da ottimo attore.
Piccola miniatura, un statuina di porcellana, leggiadra e pura, semplice e candida. Molto credibile e attenta la sua interpretazione.
Sempre bravo e all'altezza della situazione.
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