Regia di Franco Giraldi vedi scheda film
A guerra di secessione conclusa, un battaglione di nordisti, di ritorno a casa, scompare nel nulla. Sugar Colt viene incaricato di ritrovare i soldati, che sono in realtà imprigionati da un malvagio colonnello senza scrupoli.
Volendo dire qualcosa di positivo di questa pellicola, si può notare come la storia differisca lievemente, almeno nella parte iniziale, dai canoni consueti del filone spaghetti western (anche se molto presto si adegua a essi); e anche la regia di Franco Giraldi non è poi così male. Ma, a dirla tutta, Sugar colt altro non è che uno degli innumerevoli western all'italiana usciti in sala nel 1967, realizzato con quattro soldi - cosa visibile in maniera abbastanza chiara - e ancor meno idee; ciò è vero nonostante della sceneggiatura si siano occupati in quattro: oltre al regista, Giuseppe Mangione, Augusto Finocchi e Sandro Continenza (con un non accreditato contributo di Fernando Di Leo, parrebbe). Come è noto, d'altronde, al cinema l'unione non fa sempre la forza, anzi; se abbondano i nomi degli sceneggiatori, poi, scarseggiano quelli degli interpreti capaci di meritare l'attenzione del pubblico: il nucleo centrale del cast è infatti composto da Hunt Powers, Soledad Miranda, Giuliano Raffaelli, Manuel Muniz, Erno Crisa, Jeff Cameron (in realtà Giovanni Scarciofolo, all'anagrafe), George RIgaud. Poco da vedere, una messa in scena modesta ma non tirata via salva il minimo delle apparenze; per Giraldi si tratta del terzo lungometraggio in due anni, nonchè del terzo western: e non sarà neppure l'ultimo, visto che l'anno seguente licenzierà Un minuto per pregare, un istante per morire. Qui le musiche risultano di Luis Bacalov: evidentemente un lavoro preso - a ragione - sottogamba anche da lui. 2,5/10.
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