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Pensione amore servizio completo

Regia di Luigi Russo vedi scheda film

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La recensione su Pensione amore servizio completo

di mm40
2 stelle

Incredibile... e incredibile è ancora poco. Assurdo? Preoccupante? Agghiacciante? Davvero, non ci sono aggettivi che possano descrivere con buona fedeltà ciò che accade in questo pasticcio in salsa erotica, figlio della degenerazione demenzial-sexy della commedia italiana e di una crisi dei costumi che andava affacciandosi beata sugli anni '80, ovvero il massimo periodo di splendore per i cerebrolesi vanagloriosi, cioè quelli che stavano diventando i personaggi principi di questo filone cinematografico. Qui abbiamo un orrendo ragazzetto con una fastidiosa peluria sulla faccia (Christian Borromeo, che ricordiamo anche per Il porno shop della settima strada, porno tout court diretto in quello stesso anno da Joe D'Amato), completamente incapace di recitare, disastroso e irritante dalla prima all'ultima sequenza. Accanto a lui, interpreti di persino minor risalto, se si eccettua il ruolo minore affidato alla giovane Lory (qui Loredana) Del Santo, che presto mostrerà le sue grazie anche sulle tv berlusconiane, raggiungendo finalmente la fama. Una trama penosa, una sceneggiatura - di Luigi Russo stesso - che ricalca gli standard del porno (logica inesistente, dialoghi evanescenti, personaggi trasparenti, per tacere dei nudi e delle scene di sesso elargiti senza sosta), una regia catastrofica, a cura d'altronde di uno dei peggiori registi che l'intera storia del cinema italiano abbia mai visto: è legittimo chiedersi, così su due piedi, 'perchè ho visto questa cosa?', ma con un minimo di riflessione ulteriore ci si accorge che ha ben più senso domandare 'perchè qualcuno avrebbe dovuto gettare soldi per produrre questa cosa?'. E' importante, e lo è sempre, sapere fino a che punto ci si possa spingere, in ogni cosa - e quindi conoscere anche questo tipo di 'materiali' (il nome 'film' pare francamente esagerato) per meglio inquadrare la complessa parabola compiuta dal cinema italiano nel corso della sua storia. In fondo sorprendersi di una schifezza del genere, per quanto naturale sia, è solo la prima fase verso l'accettazione del tracollo: basta ragionare un po' su ciò che è successo negli '80, sull'avvento dei cinepanettoni, sull'esistenza di Giovanni Veronesi e sulle sovvenzioni statali a pellicole burine e diseducative, per farsene una ragione. 1/10.

Sulla trama

Un adolescente orribile, ma con un pene grossissimo, tenta di violentare ogni forma di vita femminile nei suoi dintorni. I genitori, preoccupati, lo rinchiudono nella pensione gestita dalla nonna. Oh, quale terribile equivoco! La nonna in realtà è la maitresse di un famigerato bordello: il mostruoso ragazzetto potrà finalmente sfogarsi.

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