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La rivale

Regia di Anton Giulio Majano vedi scheda film

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La recensione su La rivale

di mm40
3 stelle

Roberto, ufficiale di cavalleria, torna in Italia e ritrova Agnese, l’amata di un tempo, vedova. Tutto sembrerebbe pronto per l’unione fra i due, ma Roberto predilige un’altra donna, Barbare. Agnese mette in atto un piano diabolico e calunnia l’uomo.

Nel 1955 Anton Giulio Majano comincia a lavorare per la Rai: diventerà molto presto uno dei più noti (e prolifici) registi di fiction per il piccolo schermo, quasi sempre illustrazioni di opere letterarie più o meno celebri. Nel frattempo però il Nostro porta a termine anche qualche regia cinematografica; una delle ultime – frequenterà sempre meno la sala, immerso nel lavoro per la tv di Stato – è questo La rivale, un melodrammone strappalacrime senza mezzi termini. La sceneggiatura firmata da Majano e da Fede Arnaud non va troppo per il sottile; personaggi e situazioni sono piuttosto stereotipati ed effettivamente nel 1956 in cui questo film esce il genere era già in aperto declino, oramai sovraccaricato di titoli spesso molto simili tra loro, e inevitabilmente preda di cliché e sottoprodotti. La rivale è comunque un’opera sufficientemente curata dal punto di vista estetico, non molto vivace, ma ben puntellata dai giusti, doverosi momenti drammatici densi di enfasi; nel cast, tra gli altri: Gerard Landry, Anna Maria Ferrero, Maria Mauban, Luisa Rivelli, Roberto Risso, Nerio Bernardi, Aldo Bufi Landi, Ivo Garrani, Nino Vingelli, Arturo Bragaglia e un giovane al suo esordio di cui si sentirà ancora parlare: Gastone Moschin. 3,5/10.

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