Regia di Franco Amurri vedi scheda film
"Da grande" è una commedia atipica per il cinema italiano, per la prevalenza di elementi fantastici sulle note di costume. Il suo punto di forza è l'interpretazione di Pozzetto, la cui comicità un po' ingenua e surreale rende credibile il suo personaggio di "bambino nel corpo di un uomo".
Partendo da uno spunto originale (immaginare cosa accadrebbe se il desiderio di diventare grandi, frequente nei bambini, si avverasse), Amurri realizza, evitando facili e stucchevoli sentimentalismi, una commedia fiabesca insolita per il cinema italiano. Particolarmente felice è la scelta di affidare il ruolo del protagonista a Renato Pozzetto, che si cala con credibilità nei panni di un bambino nel corpo di un quarantenne senza scadere nel ridicolo o nel patetico, adattando con disinvoltura quella sua comicità ingenua e surreale che si era già rivelata congeniale a ruoli di “adulti poco cresciuti” (ad esempio, in Per amare Ofelia e nel Ragazzo di campagna), ripulendola da certe espressioni linguistiche poco consone a un personaggio come Marco. Sicuramente una delle migliori interpretazioni dell’attore di Laveno, che in quegli anni cercava, con alterni risultati, di rinnovarsi. Valido il cast di contorno, in particolare Alessandro Haber (nel ruolo del nevrotico padre di Marco) e la giovane Giulia Boschi (nel ruolo tenero della maestra: curiosamente, anni dopo è diventata docente universitaria). Il film merita di essere ricordato anche come ritratto dei bambini degli anni ’80 e delle loro passioni.
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