Regia di Leonardo Di Costanzo vedi scheda film
Uno dei più validi film degli ultimi anni sulla realtà carceraria, "Ariaferma" si porta con sè quel velo di grigio e di cupezza che tutti i film su realtà di clausura hanno spesso come matrice dominante. Giocato interamente su una sottile, continua demarcazione tra secondini e detenuti, svela progressivamente, senza facili sentimentalismi, come questa linea possa essere superata con buonsenso e capacità di adattamento. Doti che dimostrano di avere sia il capo delle guardie, un laconico Toni Servillo, che il "portavoce" dei detenuti, un Silvio Orlando forse in uno dei ruoli più crepuscolari della sua lunga carriera, un boss che mette da parte il proprio ruolo e finisce per coinvolgere anche chi è da sempre dall'altro lato della barricata. Fuori da questo carcere in via di chiusura c'è la Sardegna più aspra e rocciosa, ed anche se non si vede quasi mai senti che aleggia su un gruppo di uomini che, indipendentemente dal ruolo di guardia o di carcerato, portano ognuno con sè quell'asprezza della vita passata per gran parte in un confine spazio-temporale fuori dal mondo e dal tempo stesso.
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