Regia di Alessandro Bignami vedi scheda film
Una piacevole sorpresa: un bel documentario, anche un po' insolito, su Torino e sulla cultura cinematograficamente rilevante che lì ha ha trovato il terreno adatto per svilupparsi ed espandersi nel corso del '900.
Non so se questa sia una recensione; credo invece che sia l'espressione del mio gradimento per il bel documentario sulla mia città, che essendo un cortometraggio di 36 minuti ho potuto vedere in santa pace su RayPlay, * durante il "coprifuoco" notturno.
Presentato fuori concorso al TFF, ci presenta Torino così come può essere vista da un gruppo di uomini di cultura, non necessariamente torinesi, che ne ripercorrono, non diacronicamente, la storia lungo tutto il novecento cinematografico, poiché le sue vie, le sue piazze, le sue strade, nel cuore della città come in periferia, hanno accompagnato film importantissimi dai ricchissimi pedigrée, come se la decima musa in questo severo capoluogo regionale si fosse trovata davvero a proprio agio.
“L’idea di questo film” – dice Alessandro Bignami, il regista – “è nata pensando a una Torino in cui improvvisamente, come nel resto del mondo, il tempo si è fermato ad aspettarci. Paradossalmente, la pausa ci ha permesso di riflettere più a fondo sull’ importanza che la città ha avuto e ha per la società, la cultura, l’arte, e quindi il cinema del nostro Paese. Le scene dei grandi film girati per le sue strade, dall’epoca del muto alle Olimpiadi invernali, sono state la mappa che ci ha guidato. Ora che il film è finito, lo consegniamo a un futuro che ancora non conosciamo, ma che sappiamo non potrà prescindere dalla passione per il cinema”.
Alla regia del bolognese Alessandro Bignami, dunque, oltre che all'ottimo montaggio di Yael Leibel e al direttore della fotografia Fanco Topazio è affidato questo breve documentario che intende ricordare i grandi nomi che nel corso del primo ventennio del ‘900 avevano posto le fondamenta dell’immaginario cinematografico.
Gli interventi dello scrittore e sceneggiatore Davide Longo, dell’attrice Laura Curino, del cantautore Samuel (dei Subsonica), della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi e del regista Davide Ferrario ci accompagnano lungo questo viaggio affascinante, composto come un mosaico in cui si mescolano le tessere delle più varie provenienze.
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Rivediamo, insieme alle notissime scene dei grandi film, le immagini del repertorio delle Teche Rai, mentre i nomi degli scrittori – da D’Annunzio a Carlo Levi, a Cesare Pavese a Salgari a Fruttero & Lucentini – si alternano a quelli degli imprenditori visionari (Pastrone) e degli intellettuali antifascisti, a quelli degli autori cinematografici più celebri – da Antonioni a Rosi, da Dario Argento, a LinaWertmuller, a Francesco Comencini – per offrirci un ritratto insolito di Torino, lontana dall’oleografia risorgimentale – comunque evocata fuggevolmente – e pienamente inserita nei problemi del Novecento, così come il cinema ha saputo raccontare.
Davvero la storia di un altro mondo, di una città forse poco italiana, cui poco si addicono gli stereotipi diffusi sui nostri connazionali e sui miei concittadini.
*Ignoro per quanto tempo verrà ospitato sulla piattaforma pubblica e gratuita di RaiPlay; in ogni caso Lì si può trovare, almeno per ora
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