Regia di Sasha Voronov vedi scheda film
TORINO FILM FESTIVAL 38 - LE STANZE DI ROL
La quarantena non lascia scampo, dopo che un misterioso virus proveniente dalle falde acquifere che la comunità utilizza per usi commestibili, ha contaminato e portato alla morte, dolorosa e progressiva attraverso un irrigidimento muscolare che provoca un decesso lento e doloroso, centinaia di persone.
La giovane Ishim, isolata in casa, alla ricerca di acqua potabile dai sempre più sporadici rifornimenti, si avventura tra le periferie congelate della città per cercare del cibo, e diviene testimone dello scempio che la malattia sta mietendo, spettatrice sconvolta di fosse comuni improvvisate per sbarazzarsi di quei corpi inanimati ed irrigiditi sia dalla malattia che dal gelo circostante.
Poi, in mezzo a quell'incubo ghiacciato, un incontro rivelatore di una circostanza che potrebbe essere semplicemente un sogno ingannevole, una illusione beffarda, oppure una luce in fondo ad un tunnel di sofferenza e morte, che potrebbe costituire la base di una futura via d'uscita.
Sasha Voronon, allievo di Sokurov assieme al più noto Kantemir Balagov - impegnati entrambi nella realizzazione del monumentale ed assai complesso film girato "a getto continuo" Arca Russa, analizza la contemporaneità (ora più che mai in tempi di contagio da Coronavirus, anche se il film certamente è precedente alla attuale drammatica nostra situazione) attraverso la distopia, dando vita ad un film fantascientifico che sembra farci rituffare in un Medioevo di disperazione e morte non molto dissimile a quello cupo, ma sfolgorante ed extraterrestre visto nell'ultimo film di Aleksej German Senior, Hard to be a god.
Voronon filma la disperazione dei corpi che non sanno se si stanno irrigidendo per la malattia dilagante, o semplicemente per il freddo glaciale che dimora nella valle, ma si congeda, secco e senza nessuna concessione ad inutili lungaggini narrative (il film dura appena 71 splendidi minuti), dinanzi ad un miracolo che pone la soluzione ad un bivio tra l'esistenza di fantasmi che sopravvivono alla morte fisica, o di una possibile guarigione da quella tremenda pandemia.
Ora più che mai il film, comunque splendido e indimenticabile, appare pertinente alla situazione che stiamo subendo, rendendoci palese la necessità di trovarci di fronte ad una luce che illumini un tunnel per troppo tempo rimasto buio e senza via d'uscita.
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