Regia di Anton Giulio Majano vedi scheda film
Giacinto è un uomo di umile origine sociale, arricchitosi negli anni e ora desideroso di farsi accettare dagli altolocati. Scoprirà suo malgrado che non c'è nulla di più difficile al mondo.
Anton Giulio Majano è stato uno dei primi registi della tv di Stato e uno tra i più longevi della categoria, avendo diretto circa una cinquantina di titoli in oltre trent’anni di militanza alla Rai; questo Don Giacinto a forza esce nel 1966, anno nel quale il Nostro gira anche La sera del sabato, da un testo di Guglielmo Giannini. Tra gli innumerevoli adattamenti di opere teatrali e letterarie messi in scena per il piccolo schermo da Majano, questo lavoro appartiene alla poco nutrita schiera dei cosiddetti ‘originali televisivi’, vale a dire copioni espressamente licenziati – in genere da autori di una certa notorietà – per la tv. La firma qui è quella di Mario Brancacci, già autore di una buona serie di commedie e, soprattutto per la circostanza, collaboratore di Majano in veste di sceneggiature delle sue primissime pellicole cinematografiche. Il taglio leggero dell’opera si intuisce fin da subito, ma nulla sarebbe stato possibile se non ci fosse stato al centro della scena un mattatore del calibro di Nino Taranto, il don Giacinto del titolo, sbrigliato come di rado in questa ora e mezza di risate dal retrogusto a tratti amaro. Ma l’indagine e la critica sociale rimangono sempre nascoste dietro la facciata spensierata della storia. Tra gli altri attori: Maria Fiore, Ubaldo Lay, Guido Celano, Silvio Bagolini, Antonella Della Porta, Tecla Scarano, Carlo Taranto e Carlo Rizzo. 3/10.
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