Regia di Alessandro Grande vedi scheda film
TORINO FILM FESTIVAL 38 – CONCORSO TORINO 38
L'assenza di una madre scomparsa troppo presto, induce la quindicenne Regina, studentessa con la vocazione per il canto e l'ambizione di sfondare in questo mondo difficile e colmo di antagonismo e di sempre insufficienti raccomandazioni da sfruttare, a legarsi al padre che l'appoggia e cerca di farle varcare quei traguardi che a lui sono sempre mancati, anche nel mondo musicale.
La ordinaria difficoltà del vivere quotidiano si dimostrerà nulla a confronto con la disgrazia a cui padre e figlia andranno incontro durante una gita in barca nel lago antistante la cittadina che li ospita.
Una tragedia che verrà acuita da colpevoli omissioni in cui la limpida Regina si troverà coinvolta suo malgrado, vedendosi travolgere da responsabilità per lei insopportabili, in grado di destabilizzarla e trascinarla in un baratro di sensi di colpa lancinanti.
C'era una certa comprensibile aspettativa indulgente nei confronti di questa opera prima, esordio nel lungometraggio del giovane Alessandro Grande, ed unica rappresentanza italiana al Concorso del TFF 38.
Un film piccolo, e sin qui nulla di male, che tuttavia viene travolto dalla piattezza della messa in scena, dalla presenza di personaggi fragili e di tal esile sfaccettatura, da sembrare figurine messe allo sbaraglio da un semplice soffio di vento.
Non uno spiraglio emotivo, non una sferzata di freschezza, nel raccontare i disagi di un confronto generazionale che la svolta gialla non aiuta granché a sviluppare o a meglio delinearne le sfaccettature.
Ci ritroviamo davanti così, spiace riferirlo, nulla di diverso da un prodottino televisivo fiacco e recitato senza slancio alcuno da figure bisbiglianti troppo qualunque e troppo fragili per rimanere almeno in qualche occasione minimamente impresse.
Peccato davvero.
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