Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Parte bene, come commedia d'intrattenimento, per prendere poi una'antipatica svolta drammatica. Everett sempre bravo,Madonna un po' meno.
Abbie, alias Madonna, è un'affascinante ed emancipata insegnante di yoga, ha poca fortuna con l'altro sesso, reduce da una relazione finita male con l'architetto Kevin, in piena crisi esistenziale e sentimentale, Abbie cerca conforto nel suo migliore amico di sempre, Robert, alias Rupert Everett un paesaggista gay, che abita nella dependance di una villa degli amici Vernon e Ashby. Nel corso di una nottata alcolica,trascorsa in sua compagnia,con relativa sbornia, accade l’imprevedibile, i due finiscono quasi inconsapevolmente a letto insieme. La circostanza sorprendente, li spinge a non frequentarsi per qualche tempo, finché Abbie non scopre di essere incinta, fulmine a ciel sereno, il padre sarebbe Robert. Arrivano a Los Angeles i genitori, la madre Helen è entusiasta della notizia, mentre il padre Richard è più freddo. Dopo lo shock iniziale, i due, mai stati appagati in amore, decidono di prendersi cura del bambino in arrivo e di allevarlo insieme, come una vera coppia, anche se ognuno continua a fare la sua vita. Nel frattempo Sam, il figlio, cresce, ormai ha sei anni, è sereno e intraprendente. La commedia sembra funzionare e le risate non mancano, soprattutto grazie all'istrionico Everett, esilarante la scena in cui va a recuperare le chiavi di casa dell'amica, dal suo ex e quella in cui riceve il nuovo corteggiatore di lei. Va tutto bene, fino a quando Abbie non si innamora sul serio di un altro e Robert si ritrova paradossalmente ad esserne geloso, con tanto di minaccia di battaglia in tribunale, per l’affido del figlio, Robert rivendica il diritto di fare il padre anche se la madre vuole mettere su famiglia con un altro uomo etero, poi si viene a sapere che il figlio non è nemmeno suo. Dunque la rivendicazione si complica, è difficile poter esigere il diritto alla custodia del figlio se biologicamente è di un altro, d’altra parte il buon senso vuole che il figlio sia di chi lo cresce, non di chi lo mette al mondo. Il film fino a questo punto leggero e quasi frivolo, svolta improvvisamente e vira bruscamente, appesantendosi di una drammaticità, decisamente stridente con il tono della storia. In pratica si prende troppo sul serio. Arriviamo dalle parti di "Kramer contro Kramer" lo spettatore rimane disorientato e senza più occasioni per ridere fino alla fine, scivolando in un cupo dramma processuale .E' questo cambiamento di registro che sciupa quella che poteva essere una commediola godibile, le scene migliori restano quelle in cui Rupert Everett, come suo consueto gigioneggia alla grande, rubando spazio addirittura a Madonna, più brava come cantante e show-girl, che come attrice.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta