Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Forse la miglior opera di fantascienza mai realizzata, certo la più affascinante, completa, significativa e inquietante.
E' un film talmente fuori dagli schemi che è difficile parlarne in maniera esauriente. E' una di quelle pellicole leggendarie, da seguire con estrema attenzione e anche da rivedere più volte per cercare di comprendere.
Quando uscì sconvolse e scioccò spettatori di mezzo mondo, inventando un nuovo modo di fare cinema e probabilmente resterà la miglior opera di fantascienza mai realizzata, certo la più affascinante, completa, significativa e inquietante.
Al termine del film ci si pone numerosi interrogativi, poiché Kubrick lascia molti quesiti aperti lasciando appena qualche metaforico indizio, a cui si può rispondere unicamente in modo soggettivo, a seconda della sensibilità personale. Si intravede abbastanza chiaramente un acuto pessimismo di fondo, presente in altre pellicole del regista, che tende a vedere l'uomo come un animale sociale violento e sanguinario (le scimmie, appena acquistano l'intelligenza dopo l'incontro con un monolite nero, la usano anche per far del male ai loro simili), appartenente a una razza in decadenza e vicina all'autodistruzione. Difatti i due uomini in rotta verso Giove, vengono quasi annientati (certo uno dei due) da una macchina, Hal 9000, costruita dallo stesso uomo e dotata di una sensibilità umana. Ciò sembra una metafora di un'umanità piuttosto avanti a livello tecnologico ma che rischia, a causa dei suoi stessi limiti, di estinguersi. Tuttavia il finale, col gigantesco feto spaziale, lascia aperti dei segnali di speranza... o perlomeno così lo interpreto io.
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