Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Ecco a voi il film, il solo che anche dopo 40 anni passati dalla sua realizzazione manda a male tutti quelli che si vogliono cimentare nella spegazione razionale del suo significato e dè proprio questo il problema: 2001 non è un film razionale, non ha una propria trama concisa, non da spiegazioni allo spettatore e se egli non sta ben attento al susseguirsi della vicenda potrà non capirci niente, infatti in tutto i dialoghi coprono una durata di massimo 20 minuti in 135 minuti di film.
In tutta la pellicola non si evidenzia un protagonista, il vero elemento sempre presente è lo spazio e l'oggetto cui tutto si fa riferimento è quella figura a forma di parallelogramma solido, delineato nella sua forma precisa ad opera di una forma di vita superiore...o forse è esso stesso una forma di vita superiore? Cosa simboleggia allora? Dio che ha dato inizio all'evoluzione ai primati? Un'entita che è in grado di far vivere in una decina di minuti l'esistenza di adulto, vecchio e morente per poi riportarlo in vita dalla sua gestazione nel feto materno, solo che questa volta non ha una propria madre, è figlio delle stelle, figlio dell'universo.
Migliaia sono le chiavi di lettura in questo film ma è proprio il cinema di Kubrick: lasciare sempre a lui la spiegazione di tutto quello che ha visto, in quale concetto (sia razionale o irrazionale) lo porti il suo cervello a districarsi nella vicenda (come accade nel finale nei suoi successivi lavori).
Una cosa però è evidente in questo film: la massiccia critica verso l'affermarsi imminente della tecnologia, come dimostra il computer HAL 9000 che non ha mai sbagliato ma questa volta è successo, ha sbagliato e pur di non farsi espellere dal programma dai due addetti (accusando loro che si è trattato di un errore umano) organizza un vero e proprio boicottaggio contro i due addetti cercando di esternarli dall'astronave ma uno riuscirà a rientrare e a togliere la memoria centrale di HAL mentre egli lo supplica dicendogli: "Ho Paura David!"; Quest'ultima frase dice tutto: gli uomini sono riusciti a creare un computer in grado di pensare e di provare emozioni come un umano, si è una grande scoperta ma cosa succede se esso che ha il controllo completo dell'astronave e ha il compito di salvaguardare la vita degli uomini inizia a pensare di essere superiore e di voler uccidere tutti quanti? Questo afferma Kubrick: gli unici in grado di distuggerci siamo noi stessi, dato che il computer ha animo umano.
Da ricordare le intrerminabili scene di silenzio interroto solamente dal respiro dell'astronauta mentre esce fuori e la camera che inquadra l'occhio rosso di HAL, che lo osserva a ttentamente, nel suo sguardo fisso, attendendo il momento giusto per colpire; da ricordare anche la scena dei due addetti che pur aver preso tutte le precauzioni per non farsi sentire dal computer egli riesce a capire cosa dicono dal movimento delle loro labbra!
Un viaggio che copre un arco vastissimo: dal passato della preistoria, al presente nel 2001 (come ce lo si immaginava allora) e il futuro portatoci dal viaggio interspaziale che compie l'astronauta attraverso l'universo.
Lo si potrebbe immaginare come un Fantasia, con musica da vedere ed immagini da ascoltare. Grandissime le scene delle astronavi che "ballano" alle melodie di Strauss e di altre opere classiche come Il Danubio Blu che fanno letteralmente "cantare" le galassie!
Da annali della cinematografia il superbo inizio con di sottofondo l'esaltante, entrata nella storia, opera di Strauss "cosi parlò Zarathusta".
Ottima la regia di un genio che secondo me è nato troppo presto per le sue teorie e che Dio ci ha tolto ancora più presto, avrebbe potuto raccontare moltissime altre cose.
Geoffrey Unsworth ci regala una stupenda fotografia in grado di farci entrare nello spazio, gli ottimi (per l'epoca) effetti speciali, vincitori dell'Oscar, con a capo oltre il regista stesso altri cinque o sei supervisori tra cui Douglas Trunbull, che 10 anni dopo vincerà l'Oscar con "Incontri ravvicinati del terzo tipo" di Spielberg: proprio quest'ultimo ha definito quest'opera come il "Big Ben da cui sono scaturiti i registi avvenire", infatti un anno prima della scesa dell'uomo sulla Luna, 11 anni prima di Alien di Scott e Guerre Stellari di Lucas Kubrick ci aveva già regalato questa visione dello spazio a cui tutti i registi che verrano dopo, oltre quelle citati, si rifaranno completamente a quest'opera.
Un film sicuramente impegnativo, che deve visto senza battere ciglio, per potersi immergere nalla magia celestiale che Kubrick ci regala.
Un grandissimo viaggio (odissea) nei più profondi luoghi spaziali fino ad arrivare nei più profondi meandri della mente umana.
Un opera di indubbio valore artistico, che ancora oggi e per sempre desterà sempre curiosità, dubbi, incertezze.
Qualcosa di eccezionale scaturita dalla mente di uno dei più geniali registi che la storia abbia mai avuto.
Un'autentica meraviglia sensuale, un'eperienza cinematografica senza precedenti, impossibile eguagliarla.
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