Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Scritto e diretto da Stanley Kubrick, “2001: Odissea nello spazio” si può considerare a ragione il capolavoro del regista inglese, nonché l’ideale spartiacque tra il cinema classico e quello moderno. L’ambientazione fantascientifica è esclusivamente una facciata; il film non ha genere né trama; ha solamente ciò che si può considerare del supporto che lo imprigiona: durata, titolo, divisione in capitoli (per chi, evidentemente, lo vede in DVD). Qualsiasi tentativo di interpretazione oggettivo è semplicemente un preannunciato buco nell’acqua. Uno sforzo inutile che finirebbe solo per fornire la propria pochezza di fronte all’eccelso zibaldone kubrickiano, che miscela insieme simbolismi, significati allegorici, storia del mondo e del suo tempo, elucubrazioni sulla natura umana. Un cortocircuito o, se vogliamo, un cerchio infinito che unisce il passato ed il presente, “l’alba dell’uomo” e la sua ideale fine, la sua macchinizzazione, le sue sofferenze come conseguenza delle proprie scelte di vita, la sopraffazione del robot sull’essere umano, come ideale prosecuzione di una esistenza che non è altro che un continuo insieme di “corsi e ricorsi storici”. Il film finisce, ma potrebbe ricominciare; perché non c’è tempo nel profilmico; perché non ci sono parole per un Kubrick così grande.
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