Regia di Amos Gitai vedi scheda film
Nella Gerusalemme contemporanea due sorelle vengono consegnate loro malgrado a un destino crudele, ordito dai precetti di una cultura patriarcale, sessuofobica, sciovinista e retrograda come quella che caratterizza un certo integralismo ebraico. La meno giovane delle due donne viene allontanata dal tetto coniugale con l'accusa di essere sterile e quindi inadatta a svolgere adeguatamente la propria funzione riproduttiva. Sua sorella viene data in sposa ad un uomo fanatico e violento, per il quale deve rinunciare al grande amore della sua vita. La prima ne morirà, la seconda avrà la forza di allontanarsi dalla propria cultura e dalla propria città.
Con uno stile rarefatto, asciutto, cosparso di sguardi e respiri, Gitai scruta tra le pieghe malate della cultura ebraica, mettendone alla berlina le contraddizioni e l'arretratezza con un esercizio che ha il rigore asettico dell'antropologo. Cinema analitico ed impegnativo che schiaffeggia involontariamente il frivolo spirito hollywoodiano.
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