La famiglia Montelli si trasferisce ad Amytiville, una grande casa situata in una zona periferica della Louisiana. Nonostante l'armonia familiare sia quantomeno disastrosa, i Montelli sembrano però aver trovato nel casolare una motivazione in più per provare a riallacciare i rapporti. Sonny, il figlio maggiore dei due coniugi italo/americani, una volta volta varcata la soglia della magione avverte però fin da subito una forte sensazione di disagio che, con il passare dei giorni, si tramuterà in qualcosa di ben più spaventoso; Amytiville è difatti abitata da una presenza demoniaca che si impossesserà proprio del giovane ragazzo. In aiuto della famiglia arriverà padre Adamsky, un prete che cercherà in tutto e per tutto di risolvere la situazione.
Sequel del fortunoso "Amytiville horror", in realtà la storia qui trattata ripercorre le vicende contenute nel libro "Murder in Amytiville", nello specifico la strage ai danni della famiglia DeFeo - datata 1974 - da parte di uno dei suoi componenti; dal punto di vista cronologico, quindi, la pellicola è da considerarsi un prequel in tutto e per tutto. Fermamente convinta nella buona riuscita dell' operazione, la MGM decide di affidare il progetto al regista Damiano Damiani-qui alla sua prima trasferta su suolo americano-mettendogli a disposizione un più che discreto budget ed un buon parco attoriale-tra cui Burt Young, famoso per essere il cognato di Rocky Balboa nell' omonimo film e qui perfettamente calato nella parte dell' odioso padre/ padrone-. Sebbene sia finanziata da un colosso della distribuzione americana, l'opera in questione dispensa quasi immediatamente situazioni e visioni d'insieme tipiche dell' horror tricolore, da sempre più malsano e coraggioso rispetto a quello a stelle e strisce. Forte di colori autunnali e atmosfere che, in parte, si avvicinano a " Quella villa accanto al cimitero" del maestro Fulci, la pellicola di Damiani offre a modo suo un 'analisi della disgregazione di un nucleo familiare portata all' estremo, descrivendone il contrasto e la rabbia. L' autore italico, se nella prima parte si concentra sulla psicologia dei personaggi, nella seconda si butta nel genere " esorcistico", sciorinando momenti di assoluto terrore.
L' aria che aleggia sulle teste dei diretti interessati è difatti sinistra, opprimente e morbosa, con la metamorfosi mentale e fisica del posseduto che tocca persino vette incestuose nei confronti della sorella che, stranamente, dimostrerà un' inquietante accondiscendenza; tutto questo è reso in maniera riuscita proprio grazie alla regia del navigato cineasta, il quale, attraverso uno sfoggio di tecnica prorompente, ricostruisce la possessione maligna attraverso soggettive in piano sequenza vorticose e rotazioni di camera tanto curiose quanto geniali; oltre alla già citata scena, quella che davvero fa saltare il banco è pero la sequenza della strage notturna, sottolineata attraverso un insistito e teso tema musicale e da alcune inquadrature e grandangoli capaci di regalare attimi insostenibili di tensione emotiva. Le frecce migliori vengono sicuramente scagliate all'interno dell' abitazione, perché quando la narrazione si sposta altrove, la sceneggiatura perde in personalità e forza (le strizzatine d'occhio nei confronti de "L'Esorcista" diventano palesi).
Sbilanciamento narrativo a parte, "Amytiville II : The possession " è da considerarsi senza dubbio alcuno un buon film, spaventoso e angosciante sotto diversi aspetti.
Il migliore della saga.
Voto: 7,5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta